Si tratta di un 40enne della provincia di Teramo, di ritorno da un viaggio in Spagna. La conferma dell’infezione è arrivata dalle analisi eseguite nel laboratorio di microbiologia e virologia dell’ospedale di Pescara, individuato quale centro di riferimento regionale dal Servizio Prevenzione sanitaria del Dipartimento Sanità della Regione.
L’uomo è ricoverato nel reparto di malattie infettive dell’ospedale di Teramo ed è sottoposto allo specifico protocollo di profilassi sanitaria.
L’Assessorato alla Sanità ha attivato tutte le procedure di intervento per la Monkeypox già dallo scorso maggio, inviando alle Asl le linee guida ministeriali e provvedendo all’individuazione del laboratorio di riferimento regionale.
L’ultima ordinanza del Ministero della Salute è stata pubblicata ieri in Gazzetta Ufficiale e prevede che sia il medico di medicina generale a segnalare, entro 12 ore, il caso sospetto alla Asl competente per territorio. Sarà poi la Asl a disporre i necessari accertamenti diagnostici e ad inserire, entro le successive 24 ore, i dati sanitari sulla piattaforma Premal
Il punto:
Con 1700 casi in un solo giorno nel mondo, l’epidemia di vaiolo delle scimmie ha toccato nelle scorse ore il record di diagnosi. “I dati epidemiologici dicono che i casi riguardano prioritariamente una popolazione abbastanza ristretta: maschi, tra i 20 e i 40 anni, che si sono contagiati preferenzialmente per via sessuale o per contatto diretto. E’ urgente raccomandare la vaccinazione e altri provvedimenti preventivi a queste persone“. Lo ribadisce su Facebook Matteo Bassetti, direttore della Clinica di Malattie infettive del Policlinico San Martino di Genova.
Come riportato dall’Adnkronos l’esperto torna sul tema anche via Twitter, commentando un post dell’ex capo dell’americana Food and Drug Administration, Scott Gottlieb: “Se abbiamo permesso al vaiolo delle scimmie di diventare un virus endemico negli Stati Uniti, scenario sempre più possibile, sarà uno dei più sfortunati fallimenti di salute pubblica degli ultimi tempi“, riflette Gottlieb. “Condivido in pieno – scrive Bassetti – In Usa, come in Italia, l’igiene pubblica ha fallito sul Monkeypox perché era troppo intenta a far sì che il Covid-19 non diventasse quello che nella realtà è diventato“.