Collelongo – La fotografia che accompagna questo articolo risale al 2006 e racconta un piccolo ma importante frammento di storia marsicana. Una traccia preziosa di quelle che sono le nostre radici, quelle che, da oltre vent’anni, Terre Marsicane ha scelto di raccontare, di custodire e di condividere con tutta la comunità attraverso un lavoro costante e attento.
L’immagine ritrae una giovane sorridente che sostiene una conca molto particolare. La ragazza protagonista dello scatto, realizzato durante i riti dedicati a Sant’Antonio Abate a Collelongo circa 20 anni fa proprio dai fondatori di Terre Marsicane, è Laura Ranalli. Abbiamo parlato, dalle pagine del nostro giornale, della dottoressa Ranalli solo poco tempo fa poiché questa illustre cittadina di Collelongo è stata appena nominata ambasciatrice del Ghana, incarico che rivestirà per i prossimi quattro anni.
Una carriera luminosa la sua, un impegno che, oggi, rende orgoglioso il suo paese e, di riflesso, tutta la Marsica. Nel 2006, nel freddo pungente della notte di Sant’Antonio Abate, a Collelongo, Laura Ranalli era una delle ragazze che partecipava all’antica tradizione delle “conche rescagnate“.
Il termine “rescagnato” significa “abbellito, messo a nuovo per la festa“, e si riferisce alle conche di rame, un tempo utilizzate dalle donne del luogo per la raccolta dell’acqua. L’usanza, attestata dalle fonti orali già all’inizio del XX secolo, era strettamente legata alle “cuttore“: le ragazze uscivano dalle “cuttore” con la conca piena di “cicerocchi” (ceci tostati), che venivano poi distribuiti sul sagrato della chiesa.
Nel corso del tempo, si è diffusa la tradizione di abbellire le conche con vari ornamenti. Le decorazioni combinano scene della vita del santo con immagini ispirate alla vita agropastorale, al canto in suo onore e a temi contemporanei. La competizione tra i gruppi rimane viva: fino all’alba del 17 Gennaio, l’aspetto della conca addobbata è tenuto segreto e viene svelato solo durante la sfilata.
All’alba del 17 Gennaio, infatti, dalle tradizionali “cuttore” di Collelongo arrivano diverse fanciulle, vestite con gli abiti tipici del luogo. Con grazia portano sulla testa la caratteristica “conca rescagnata” e sfilano per celebrare il Santo ma anche per una competizione che premia la conca meglio addobbata e l’abito più elegante.
Durante la sfilata, le ragazze sono affiancate da parenti o amici che le aiutano a sostenere il peso della conca sul capo. Al termine della sfilata, le conche vengono esposte sugli scalini del piazzale, all’uscita della sagrestia, e dopo la premiazione vengono portate all’interno della chiesa, dove rimangono esposte sotto la statua di Sant’Antonio.
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