Mentre la sanità marsicana è in coma, la Regione attacca il Governo dalla pagina istituzionale, il post è stato poi rimosso

Avezzano – Indignazione nella Marsica, già provata dalla disorganizzazione catastrofica di una sanità abbandonata a se stessa, con gli operatori sanitari, da soli, a rispondere come possono, alle richieste di aiuto di un bacino di 140.000 abitanti. Il fattaccio si consuma in qualche ufficio della Regione dove si gestisce la comunicazione istituzionale.

Ieri, qualche zelante dipendente della Regione Abruzzo, addetto ai social media, ha pubblicato un post palesemente propagandistico che riporta il servizio video di una trasmissione di approfondimento giornalistico delle reti Mediaset, che titola «Covid, quello che non ha fatto il governo.» Passa qualche minuto e la rete inizia a ribollire di rabbia.

«È inammissibile usare la pagina istituzionale della Regione Abruzzo per la propaganda politica, chi gestisce questa pagina è pagato dai tutti i cittadini abruzzesi non dagli elettori di Fratelli d’Italia. Se la Sanità in Abruzzo non sta funzionando è anche e soprattutto colpa di una giunta regionale che prima della pandemia ha tagliato decine di milioni di euro alla sanità pubblica Abruzzese Scrive Tonino D’Amore, allegando il post incriminato.

«Pensavo fosse la pagina di Libero invece è la Regione Abruzzo risponde il sindaco di Aielli, Enzo Di Natale, diffidato dalla Regione in primavera, quando cercò di tracciare la cittadinanza del suo comune attraverso i tamponi rapidi, seguendo l’esempio di altri comuni come Vò Euganeo, in Veneto, dove, grazie all’intuizione del direttore di microbiologia e virologia all’Università di Padova, Andrea Crisanti, si riuscì a fare lo screening dell’intera popolazione (un comune di 3000 abitanti) circoscrivendo la diffusione del virus.

Il post è stato stigmatizzato anche dall’ex assessore alla Sanità, Silvio Paolucci che ha scritto «E’ inconcepibile quello che è successo, tanto che presenterò subito un’interrogazione per capire come sia potuto accadere, ma mi rivolgerò anche al Garante nazionale delle comunicazioni perché non si ripeta più.» il post poi prosegue.

«In Abruzzo c’è gente che aspetta vaccini, tamponi, cure e non può essere offesa dalla perenne campagna elettorale di un presidente che si vanta di aver istituito la zona rossa, al posto di fare qualcosa di concreto per contrastare contagi e affrontare l’emergenza sanitaria e sociale portata dalla pandemia.»

In serata, alle 23.18, sull’onda dell’indignazione dei cittadini, la Regione ha rimosso il post.

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