Scurcola Marsicana – Oggi, presso il suggestivo Palazzo Vetoli, continua l’ottava edizione di Mo’ Te Spiego – di Osteria, un evento culturale e gastronomico che unisce le tradizioni locali e la biodiversità, con un focus speciale sul Pane di Mosto Cotto.
La manifestazione, organizzata da La Città Biodiversa in collaborazione con Osteria Futuro, l’Associazione Culturale Tempi Moderni, e l’Azienda Agricola Terra Futuro, è dedicata alla riscoperta e alla condivisione di antiche tecniche e saperi culinari.
L’evento, iniziato ieri, 12 ottobre, mira a trasmettere alle nuove generazioni il patrimonio di conoscenze legato alla produzione del mosto cotto e del pane, prodotti tipici della tradizione marsicana e marchigiana.
Quest’anno, l’iniziativa vede la partecipazione speciale della ricercatrice Alida Canestrari, che ha permesso di rafforzare il legame tra le tradizioni contadine abruzzesi e marchigiane.
Mario Iacomini, CuocoCustode e ideatore dell’evento, sottolinea l’importanza di questa iniziativa: “Mo’ Te Spiego... rappresenta un’occasione unica per continuare a valorizzare il nostro territorio e le sue tradizioni, che si riflettono nel gusto autentico del mosto cotto e del pane fatto con farine antiche come la Solina e la Iervicella.”
La manifestazione si concluderà ufficialmente oggi , domenica 13 ottobre 2024, offrendo ulteriori occasioni di partecipazione e approfondimento per tutti coloro che vogliono scoprire e riscoprire i sapori autentici della Marsica.
Dell’iniziativa ci parla Mario Iacomini CuocoCustode (ideatore dell’evento, cofondatore del succitato centro di ricerca sulla Biodiversità, e chef dell’organismo ristorativo marsicano), in comunione di ragioni e di intenti con Vincenzo Nuccetelli e Giuseppe Verrecchia (gli altri due responsabili di OsteriaFuturo e de “La Città Biodiversa”): << “Mo’ Te Spiego ….”, ha da sempre rappresentato un ulteriore momento attraverso il quale continuare a significare, innanzitutto al nostro territorio, i risultati della nostra ricerca, sviluppata a partire dalla metà degli anni ‘90, su “Il Gusto del Tempo”, “Le Ragioni della Memoria”, il concetto di “Biodiversità”, nel suo valore denso. Quella ricerca che immediatamente spostò la nostra attenzione sul prodotto che più di ogni altro corrisponde alle qualità degli abruzzesi, soprattutto quelle degli abitanti dei territori dell’Abruzzo interno: il Mosto Cotto. Struttura densa, ma mai stucchevole nella sua forma, ed a tratti attraversata da aguzzosità spigolose ed aspre, ma contenute in una dolcezza che tende all’infinito e che muove con intermittenze prolungate e in dissolvenze sfumanti: il Mosto Cotto, il suo sapore, è tutto qui…e non può essere altrimenti. Intendiamo quello che lascia il segno quando ne provi, con la schiumarola, la struttura mentre lo stai cucinando, e che si dice “Sapa”. E così il mosto cotto sin dal ’98/’99 è entrato nella nostra proposta ristorativa.
● Dal 2016 ci siamo inoltre concentrati nella ricerca di quegli “uvaggi” che meglio potessero corrispondere al sapore che avevamo assaggiato dagli antichi, e che avevamo quindi in mente. In questo siamo stati fortunati: guidati dai nostri padri spirituali, abbiamo infatti diretto la nostra ricerca sulle uve del nostro comprensorio, con particolare riferimento a quelle di Scurcola Marsicana. Per il Pane di Mosto la fortuna è stata doppia, se così si può dire, nel senso che è giunta in nostro soccorso anche Alida Canestrari, la quale ci ha svelato i segreti della cultura contadina della provincia di Macerata. Così permettendoci di verificare le similitudini, nel caso di specie, tra le tradizioni delle due regioni, e di dare maggiore impulso alla nostra attuale tensione, cioè quella di aprire il nostro territorio alle produzioni di altri territori, di altri mondi, coniugando saperi e sapori. Un grazie a lei, quindi, e a quelle Principesse Antenate che da anni indicano alla nostra ricerca possibili e altre vie da percorrere>>.
● Ed allora buon “Mo’ te Spiego..” a tutti, e buon “Gusto Marsica: Territori Aperti”…
● La Città Biodiversa nell’occasione, infatti, apre i suoi spazi fino al termine della cotta, previsto per le ore 23/24 di domenica 13 dicembre, salvo imprevisti, così come ci rappresentano gli organizzatori dell’iniziativa: << Abbiamo deciso di aprire allo sguardo esterno il lunghissimo processo produttivo, al fine di condividere quelle antiche tecniche e saperi segreti che soli permettono la realizzazione di quel sapore che è matrice dei nostri ricordi gustai e che è alla base della nostra idea di sapore. Quel sapore che abbiamo cercato di liberare ai palati anche attraverso sia il Pane di Mosto, sia quei piatti che strutturano la nostra proposta autunnale….per trasmetterlo alle generazioni future.
E che la Santa Identità ci protegga>>.