Abruzzo – Tutta la stampa nazionale sta riservando spazio e attenzione all’apparizione di alcuni manifesti di denuncia e di protesta contro gli imminenti Mondiali di calcio in Qatar. I grandi poster sono stati collocati, con dei furgoni-vela, in alcune delle zone più note di Pescara. Non potevano di certo sfuggire, dunque, nemmeno i messaggi riportati: “Sono più di 6.500 i lavoratori morti nei cantieri del Mondiale in Qatar 2022“.
Poco sotto, scritto con caratteri di dimensioni inferiori, si legge: “Orgogliosamente anti-sponsor dei mondiali in Qatar. La sicurezza nei cantieri al primo posto“. E non manca una macchia di sangue. La clamorosa iniziativa è nata da un’idea dell’imprenditore e creativo Alessio Sarra, secondo il quale la Coppa del Mondo di calcio “non può macchiarsi di questi crimini e i brand, oltre che la società civile, non possono non schierarsi”.
Le polemiche circa le pessime condizioni dei lavoratori nei cantieri aperti per consentire di disputare i prossimi Mondiali di calcio sono molte e giungono da più parti. Le contestazioni riguardano gli incidenti e le vittime nei cantieri, ma anche lo sfruttamento dei lavoratori, il mancato rispetto dei diritti umani, di quelli delle donne e della della comunità Lgbtq. Da poco, infatti, anche due cantanti di fama mondiale come Dua Lipa e Shakira hanno rifiutato di esibirsi in Qatar proprio per questi motivi.