Morte Piero Concia, il Gip nega l’archiviazione e ordina nuove indagini

La famiglia si è opposta all’archiviazione “nell’intento di far emergere la verità”

Avezzano – In preda a forti dolori addominali si era recato al pronto soccorso cittadino, dove gli era stata diagnosticata una semplice lombalgia e rimandato a casa. L’uomo, un cinquantatreenne avezzanese, poco dopo, per i persistenti dolori, aveva effettuato un secondo accesso, ma anche questo terminato con dimissioni a domicilio e appuntamento per il giorno seguente. Dato il peggioramento della situazione, Piero Concia, noto e stimato in tutta la Marsica, impegnato nel Cai e in molte attività sociali, culturali e sportive, era stato trasportato nuovamente al presidio ospedaliero e sottoposto finalmente ad accertamenti clinici.

Dagli esami emersero la reale patologia, vale a dire la “perforazione del diverticolo del sigma”, e la gravità della situazione. L’uomo era stato sottoposto immediatamente ad intervento chirurgico, ormai tardivo: le sue condizioni erano andate peggiorando fino all’esito fatale, avvenuto il giorno dopo l’intervento. La vicenda aveva destato grande impressione in città e nella Marsica. I familiari avevano sporto immediatamente una circostanziata denuncia, per fare chiarezza sulla vicenda, affinché gli eventuali responsabili del decesso fossero perseguiti per i loro presunti errori. All’attenzione dei magistrati, in particolare, due medici del nosocomio avezzanese, indagati.

Il Sostituto Procuratore della Repubblica, dottor Roberto Savelli per due volte ha richiesto l’archiviazione del procedimento, ritenendo doversi escludere qualsiasi profilo di colpa in capo ai presunti responsabili della vicenda; nella perizia tecnica a firma del dottor Emilio Gentile Warschauer, di contro, si evidenziano delle omissione da parte dei medici: “se gli stessi avessero effettuata una corretta diagnosi con tempestiva terapia, vi sarebbe stata una riduzione delle probabilità dell’esito infausto”, ha scritto infatti il Perito; la famiglia si è opposta all’archiviazione “nell’intento di far emergere la verità”, come sottolineato dall’avvocato Roberto Verdecchia, rappresentante delle persone offese. “Pur comprendendo la mole di lavoro presente all’interno della struttura sanitaria del Pronto Soccorso di Avezzano e il disagio in cui si trovano a vivere tutti i giorni i sanitari, non si può disconoscere che il comportamento serbato nell’occasione da parte di alcuni dipendenti sanitari abbia dato adito a seri dubbi non solo sulla professionalità degli stessi tali da essere molto vicino ai parametri della incapacità, negligenza ed imperizia che indirettamente hanno portato al decesso del de cuius”, ha affermato l’Avvocato, che si è detto più che deciso ad andare fino in fondo alla vicenda.

Il Gip del Tribunale di Avezzano, dottoressa Maria Proia, ha ritenuto di non dover chiudere il caso e, a seguito della richiesta di archiviazione, ha nuovamente restituito gli atti al Pm, ordinandogli di provvedere alla nomina di un nuovo consulente tecnico per l’espletamento dell’incarico, e l’esecuzione di eventuali indagini consequenziali. Le indagini dovranno definirsi entro la fine del settembre 2018. Il personale medico è difeso dagli avvocati Pietrantonio Lanzi Palladini e Alfredo Iacone.

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