Abruzzo – La cagnolina Olivia oggi è tornata a casa, riappropriandosi di quella libertà che le appartiene di diritto. La nota diffusa con palpabile emozione dalla LIDA Ortona dipinge un quadro di attesa trepidante, di un sospiro collettivo trattenuto e finalmente liberato nel momento in cui Olivia, con la sua innata dignità, ha varcato la soglia del suo spazio ritrovato.
Quel primo momento di titubanza, descritto con delicatezza, ha lasciato presto il posto alla naturalezza del ritorno alla vita. In un solo respiro, Olivia si è ripresa il suo mondo, un mondo che le era stato temporaneamente sottratto.
E con lei, anche i cuori di chi l’ha accompagnata in questo percorso hanno ricominciato a battere con rinnovata speranza. La cornice di delicati fiori gialli, non è stata solo uno sfondo, ma quasi un benvenuto colorato a questa “rinascita”.
La commozione, si legge nelle parole della LIDA Ortona, è stata intensa, culminando in quel silenzioso “arrivederci” che Olivia ha comunicato con la sua sola presenza, seduta a distanza.
Un addio che per i volontari non ha il sapore della definitiva separazione. L’esperienza condivisa con questa creatura fiera, bella e intelligente ha lasciato un segno indelebile.
Il confronto con la sua purezza e la sua forza ha messo in luce, per contrasto, i limiti e le imperfezioni dell’essere umano. Una lezione profonda che porta con sé la consapevolezza che Olivia resterà per sempre una parte integrante del loro vissuto.
Questo lieto fine è il risultato di una sinergia di cuori e di intenti. La LIDA Ortona non manca di esprimere la propria gratitudine alle meravigliose volontarie di Lettomanoppello, Evita Makloskija e Andrea Palanza, e all’Associazione Qua La Zampa – La Casa di Balù con Lorella Dea, figure chiave che con la loro presenza costante e il loro impegno hanno reso possibile questo ritorno a casa di Olivia “Nata Libera”.
La storia di Olivia non è solo il racconto di un animale che ritrova la libertà; è una storia che parla di dedizione, di empatia e del profondo legame che può instaurarsi tra l’uomo e le altre creature viventi. È un promemoria di quanto possiamo imparare dalla loro resilienza e dalla loro intrinseca dignità.
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