“Il tempo trascorso, invece di affievolire il suo ricordo, fa registrare un crescente seguito, anche da parte di persone che non lo hanno conosciuto in vita”. Sono sorpresi il v. postulatore della causa di beatificazione, Padre Eugenio Di Gianberardino, e il rettore del Santuario, Padre Carmine Cucinelli, a conclusione dell’evento organizzato nel Santuario del Volto Santo di Manoppello, per ricordare Padre Domenico da Cese a quarant’anni dalla sua scomparsa, avvenuta il 17 settembre 1978 a Torino, a seguito di un incidente stradale.
La celebrazione della messa, è stata preceduta da un incontro al quale hanno partecipato numerose persone, giunte a Manoppello da ogni parte d’Italia e anche dall’estero per testimoniare la loro devozione a P. Domenico da Cese, anche fornendo dichiarazioni scritte. Non sono mancati pellegrinaggi appositamente organizzati da Ruvo di Puglia, Andria e Civitavecchia, anche se nella sala San Damiano, attigua alla basilica, sono potuti entrare a malapena i devoti più strettamente legati alla figura del cappuccino marsicano.
Introducendo l’incontro, P. Carmine Cucinelli ha illustrato il complesso iter avviato nei mesi scorsi per dare sepoltura nella basilica del Volto Santo dei resti mortali di P. Domenico da Cese, per la quale è stato curato un apposito progetto, ricordando che la questione si pose sin dai giorni immediatamente successivi la scomparsa del confratello.
Infatti, da una lettera recentemente ritrovata nell’archivio del convento, emerge come l’assistente spirituale dell’Associazione del Volto Santo di Ruvo di Puglia, don Vincenzo Amenduni, in data 30 ottobre 1978, espresse caldamente, a nome di una comunità di fedeli più vasta della stessa associazione, il desiderio che la salma del venerato Padre Domenico da Cese trovasse sistemazione nel Santuario del Volto Santo di Manoppello. In proposito appare interessante cogliere le motivazioni che il sacerdote, a nome degli associati e altri fedeli, sostenesse a motivo della richiesta, ricordando che “Padre Domenico ha svolto la sua attività religiosa e sacerdotale nel Santuario, rimanendo definitivamente legato allo zelo col quale ha diffuso la devozione al Volto Santo facendosi sapiente guida morale e spirituale di quanti hanno visto in lui un padre generoso che non ha risparmiato fatiche per la formazione di molti fedeli provenienti a Manoppello da ogni parte d’Italia e d’Europa”.
Ci sembrano espressioni che ben rappresentano lo straordinario rapporto tra P. Domenico e il Volto Santo, di cui fu tenace e appassionato divulgatore, nella certezza della sua autenticità, che appare inscindibile – ieri come oggi – anche a quanti solo di recente si sono avvicinati alla conoscenza o allo studio della figura del frate e della stessa storia del Volto Santo, riemerso dall’oblio e nei suoi significati nella storia del cristianesimo soltanto negli ultimi anni. Lo stesso P. Carmine ha rivolto un affettuoso ringraziamento ai nipoti del cappuccino per aver dato il consenso al trasferimento delle spoglie di P. Domenico dalla cappella privata del cimitero di Cese, con una lettera congiunta nella quale si sono detti certi che la sua volontà sarebbe stata quella di rimanere vicino all’amato Volto Santo. Dopo che nel 2015 la Congregazione per le cause dei santi ha riconosciuto al cappuccino la qualità di Servo di Dio, nel salone dedicato agli ex voto è stata esposta una gigantografia di P. Domenico con una copia del Volto Santo in mano, con un registro aperto ai visitatori che raggiungono il Santuario, continuando a seguire il suo insegnamento.
P. Eugenio ha poi coordinato l’esposizione di numerose testimonianze di devoti, miracolati, o di personali esperienze di fatti straordinari, anche da parte di persone che si sono accostate alla conoscenza di P. Domenico solo negli ultimi anni, come ad esempio, una signora di Taranto, che ha raccontato il drammatico caso di una congiunta. Diverse e anche singolari alcune storie personali e familiari, anche di figli che raccontano le vicende dei propri genitori, come la gioia all’arrivo delle lettere di P. Domenico, il costante invito alla preghiera e alla venerazione del Volto Santo. Il superamento degli effetti di gravi incidenti stradali, come raccontato da una signora venuta dalla Francia e di altre gravissime patologie, affrontate con la preghiera e con avvertita vicinanza del Servo di Dio. Altri ancora hanno riproposto il misterioso rapporto tra Padre Domenico e Padre Pio da Pietrelcina, con storie che oltrepassano qualsiasi capacità di comprensione secondo gli ordinari meccanismi del ragionamento umano. L’intervento di P. Eugenio ha spesso offerto pacate riflessioni sul piano religioso rispetto a singole testimonianze. Tra i vari religiosi convenuti, significativa l’emozionata presenza di P. Luciano Antonelli e P. Pietro De Guglielmo, confratelli dell’indimenticato P. Domenico nel convento di Manoppello in quel lontano 1978. Il primo (ora all’Aquila) era il superiore, mentre il secondo (ora a Penne) fu incaricato di recarsi a Torino per assistere P. Domenico morente.
Particolare affetto è stato mostrato da molte persone nei confronti di fr. Vincenzo d’Elpidio, presente all’evento, che fu amico di P. Domenico e che da anni è impegnato nel sostenere la causa di beatificazione del confratello, di cui conosceva bene lo straordinario carisma, la semplicità, la totale disponibilità nei confronti degli umili e dei sofferenti e la sua instancabile dedizione alla causa del Volto Santo, che l’aveva anche portato a Torino per l’ostensione della Sindone, in quel suo ultimo viaggio, con il tragico epilogo che avrebbe peraltro previsto. Abbiamo sentito l’anziano frate confidare ad alcune persone che lo salutavano familiarmente del suo desiderio di assistere alla sepoltura di P. Domenico a Manoppello prima di lasciare questa terra. Ha seguito l’evento anche la giornalista Aleksandra Zapotoczny, che ha collaborato nel processo di canonizzazione di Giovanni Paolo II e che recentemente ha pubblicato il libro “Vivi dentro di noi”, edito anche in Italia da Mondadori e contenente una interessante rassegna di testimonianze che hanno portato alla beatificazione del papa polacco. In occasione dell’evento, è stato anche presentato il libro “Padre Domenico da Cese, cappuccino: un biografia illustrata”, a cura di sr. Petra-Maria Steiner, edito da Vita Communis, Waiblingen (Germania), anche con separata edizione in lingua tedesca.
Si tratta di una interessante biografia dell’apostolo del Volto Santo, raccontata attraverso un ricco corredo fotografico e di documenti, in gran parte inediti, che l’autrice ha provveduto negli ultimi anni a raccogliere e archiviare nel convento di Manoppello, e relativi a periodi trascorsi anche in altri conventi, tra cui Avezzano, Penne, L’Aquila (dove fu anche cappellano nel locale ospedale), Vasto, Sulmona, Luco dei Marsi, Campli, Caramanico Terme, prima dell’assegnazione al convento di Manoppello, avvenuta nel 1966. Per la prima volta risultano documentate alcune vicende del periodo in cui P. Domenico fu cappellano militare di guerra a Trieste e poi in territori della ex Jugoslavia e quindi una serie di interessanti articoli pubblicati sulla rivista cattolica austriaca “Grüß Gott” (in italiano, “Saluto il Signore”), di cui era responsabile la sig.ra Ida Loidl, che, quando P. Domenico era in vita, organizzava pellegrinaggi a San Giovanni Rotondo e a Manoppello.
La pubblicazione, introdotta dallo scrittore Paul Badde, è destinata ad aprire ulteriori prospettive di ricerca sulla vita del frate. Circostanze che fanno riflettere su quello che lo stesso P. Domenico sosteneva quando diceva di non desiderare che si parlasse di lui, cosa che si sarebbe potuta fare soltanto dopo la sua morte. Sono intervenuti alla presentazione del libro anche la traduttrice dell’edizione in lingua italiana, prof.ssa Wilma Peruzzi, e Dirk Weisbrod, bibliotecario di Bonn, che ha collaborato alla redazione del volume. “P. Domenico è vivo tra noi grazie anche alla vostra presenza e al vostro ricordo”, ha detto P. Carmine Cucinelli, rettore del Santuario, nel ringraziare per la partecipazione, a conclusione della messa, seguita da centinaia di persone, che hanno occupato anche le navate laterali della basilica.
di Antonio Bini