Avezzano – “Un’ennesima presa in giro in danno dei marsicani”. E’ quanto sostiene Maurizio Di Nicola, candidato alla Camera dei Deputati nella lista “Più Europa con Emma Bonino”, in riferimento al patto siglato tra il sindaco di Avezzano, Gabriele De Angelis, e i partiti di centrodestra riuniti in coalizione per le prossime elezioni del 4 Marzo.
“Tutto mi sarei aspettato – scrive Maurizio Di Nicola – in una campagna elettorale così scadente, tranne un’ennesima presa in giro in danno dei marsicani, come quella celebrata ad Avezzano nella sede elettorale dei centro-destri. Come se non fosse bastato lo schiaffo rifilato alla classe dirigente locale marsicana con l’imposizione di un paracadutato “pescarese”, si è voluto aggiungere anche l’insulto di un ennesimo “patto Marsica” che vagheggia addirittura di una non meglio spiegata Città Metropolitana. Qualsiasi studente di materie giuridiche economiche, come un qualunque cittadino appassionato di cose pubbliche, sa bene che in Italia le Città metropolitane sono state già istituite e, soprattutto, individuate a seguito di istruttorie tecniche accertanti specifiche esigenze socio-economiche territoriali. La più piccola di esse (ed è bene ricordare che sono in totale dieci in tutta Italia) è quella di Reggio Calabria con circa 550.000 abitanti; cifre demografiche, così come le problematiche di rappresentanza istituzionale, ben diverse e lontane dalla situazione marsicana. Una “fuffa” tanto ardita non si sentiva da parecchio e se non fosse nota la propensione a spararla grossa del centro-destra a vocazione fantasmagorica berlusconiana, dovrei pensare che il documento sia stato redatto da un assoluto ignorante delle vicende istituzionali del Paese.
D’altro canto, anche un quindicina di anni fa, la corazzata Berlusconiana aveva sparato la storia dei 100 milioni per il miglioramento del sistema irriguo del Fucino; in verità, l’unica cosa che ha lasciato è stato il contenzioso giudiziale, ancora pendente davanti la Giustizia civile, e per il quale la Regione è stata citata in giudizio con una richiesta milionaria di risarcimento danni. E poiché mi distinguo dai politici di lungo corso che vorrebbero di nuovo razziare la mia terra, cito il numero della sentenza emessa dal Tribunale di Avezzano (n.126/2015), nel procedimento civile RG.n.1756/2009, cosicché, trattandosi di atto pubblico, ogni imprenditore agricolo incazzato per il ritardo nel risolvere questo problema, potrà andare a chiedere in cancelleria per capire come realmente andarono i fatti. Nella mia esperienza, invece, porto il risultato di uno stanziamento di 50 milioni di euro veri, programmati con il Masterplan per l’Abruzzo, con una progettazione conclusa da parte dell’Autorità di Bacino Liri-Garigliano, e la concordia delle forze rappresentative del mondo agricolo con l’indirizzo realizzativo portato avanti da Regione, ARAP e Consorzio di Bonifica Ovest. Sapendo che mancano le risorse ulteriori, ma con la consapevolezza che proprio nel prossimo Parlamento un marsicano dovrà battagliare per ottenere quanto altro necessario”.
“Sugli ospedali – continua Di Nicola – è doveroso ricordarlo al centro destra, ripartiamo dalle chiusure che operaste dei presidi di Pescina e Tagliacozzo nel 2010 e dal decreto Legge n.98 dell’agosto 2011 con il quale nel 2011 il Governo Berlusconi impedì alle comunità territoriali che avevano impugnato gli atti assunti dalla Giunta Chiodi, di poter trovare soddisfazione davanti alla Giustizia amministrativa. Lì ci metteste impegno sicuro, convinto, contrario ai nostri interessi ed io non lo dimentico, statene pur certi. Potrei richiamare il finanziamento per la costruzione del nuovo ospedale della Marsica, ma non lo farò perché preferisco ne parlino i cittadini quando vedranno l’inizio lavori. Preferisco, piuttosto, ricordare che nell’ultimo Documento di Economia e Finanza della Regione Abruzzo, dopo essere usciti dalla fase commissariale in sanità, è stata approvata una programmazione sanitaria che immagina per questi nostri piccoli ospedali (anzi ex, grazie a voi) la possibilità di attivare presidi di zona disagiata ed in questo senso, come già sta avvenendo per Atessa, ho inteso tentare di porre rimedio allo sfascio al quale ci avete condannati; senza dimenticare che con il mio voto contrario fu bocciato in Consiglio regionale l’ultimo piano sanitario proposto dal Presidente D’Alfonso proprio perchè lo ritenevo carente in questo senso: perchè un Marso non ha paura di niente e di nessuno e non ha bisogno di altri per farsi rappresentare nei propri interessi.
Porto in forza della mia esperienza di consigliere regionale, l’inserimento di molti comuni marsicani nella strategia Aree interne (curata dal Dipartimento per la Coesione territoriale del prof. Fabrizio Barca), una risposta concreta, nazionale ed europea, alle difficoltà socio economiche che incontrano le aree svantaggiate nei settori del trasporto, della sanità e dell’istruzione. Milioni di euro, che attendono solo di essere spesi dagli amministratori locali della Marsica orientale, della Vallelonga e della valle roveto. Porto in dote, ancora, con i colleghi di maggioranza in consiglio regionale, la trasformazione del CRAB in un centro unico regionale con sede ancora ad Avezzano, per immaginare la ricerca del futuro, soprattutto nel settore dell’agricoltura, in particolare al servizio delle nostre imprese fucensi. Perché il volano del nostro territorio è il Fucino, questo specchio di terra ormai prosciugata che ha forgiato la nostra economia ed il nostro carattere. Un carattere forse duro, ma che sa prendere a calci le bugie quando serve.
Io sono stato sindaco dei cafoni siloniani, lo rivendico con orgoglio, ed ho letto con tristezza un comunicato stampa che parla dell’ennesima discesa in campo dell’impresario sull’acqua dei fontamaresi. Un ¾ all’impresario, ed il ¾ dell’acqua che resta ai fontamaresi, che novelli Don Circostanza provano a rifilare alla mia gente. Perché io qui vivo, lavoro e da anni ne conosco i problemi. Per questo sono in campo, per un investimento difensivo di questa terra Marsa, aggredita come mai prima, senza concedere candidature potenzialmente vittoriose, ritagliata a terra di conquista. E non ho bisogno di una sede elettorale in centro Città per ospitare la mia faccia candidata, perché ogni casa, ogni scuola, ogni ufficio, ogni negozio, ogni impresa è il luogo nel quale incontro le nostre difficoltà e racconto delle mie proposte di soluzione, da sempre.
Quanto al Tribunale, nel quale lavoro e per la salvezza del quale istituzionalmente sono concentrato, sarò curioso di vedere come i parlamentari firmatari del patto accetteranno di sacrificare le ragioni del loro interesse territoriale: ad esempio la sulmontina Pelino, capolista paracadutata di Forza Italia nel nostro collegio (dal quale infatti risulta esclusa geograficamente l’area peligna). Sono curioso di vedere, dopo che la Commissione regionale istituita per predisporre una comparazione dei dati relativi a tutti i presidi di giustizia in soppressione nella nostra Regione, come si incaricherà di sostenere le ragioni del Tribunale di Avezzano a fronte di quello di Sulmona. Ed il lavoro della Regione è un pezzo del lavoro che serve: perché stilare dati in modo ufficiale, da porre a base di qualsiasi scelta istituzionale che verrà, significa aver dato ingresso alla ragione di chi ha più numeri, migliore funzionalità, diversa incisività nelle dinamiche territoriali. E conosco come si fa: ne diedi già prova da Sindaco, se a Pescina il Giudice di Pace è ancora aperto, nonostante il Governo ne volesse la chiusura come quelli di Celano, Tagliacozzo, Civitella Roveto. Altro che le chiacchiere sulle aree metropolitane.
Così come la cantilena stanca sull’estromissione della zona industriale locale da quello che ormai chiamano tutti, grazie ad un aquilano che così lo ha raccontato fino allo sfinimento, il famigerato 107.3.c. E’ evidente che la scelta della prima riunione di Giunta Regionale fu una scelta che tolse un’opportunità a questo territorio, così come per il vero a molti altri territori regionali. Eppure, proprio da lì si scelse di immaginare l’area Marsica per le future ZES: le zone economiche speciali, zone agevolate in tema di fiscalità e di procedure amministrative, connesse con il retro porto regionale del nostro Centro smistamento merci della Marsica per consentire l’integrazione di un’infrastruttura di logistica con un rilancio della vocazione industriale; un rilancio che deve essere orientato all’agroindustria, vero unico potente motore sul quale investire da parte della nostra realtà marsicana. ZES che sono tratto qualificante dell’azione del Governo e del programma politico della lista +Europa, con la quale mi candido, per affrontare la cronica crisi del sistema imprenditoriale dell’intero Mezzogiorno”.
“Potrei continuare per pagine e pagine – conclude Di Nicola – ma invito tutti alla chiusura della campagna elettorale di venerdì prossimo, ad Avezzano, per ascoltare il resto del racconto. Affinché la mano dei marsicani possa fare giustizia di questo ennesimo oltraggio alla nostra terra. Perché con la legge di stabilità n.205 del dicembre 2017 il Governo ha reso disponibili 700 milioni di euro per il Piano nazionale per invasi ed acquedotti ed ulteriori 500 milioni sono stati programmati per il periodo 2018-2022: in questo strumento dobbiamo andare a prendere, con la conoscenza delle questioni e con il noto coraggio dei marsicani, quanto ancora serve per dare compiutezza realizzativa al sistema irriguo del Fucino, sostegno alle nostre migliori imprese, alla nostra migliore storia. Da Marso, io ci credo e con questo spirito ho accettato la candidatura che la lista +Europa con Emma Bonino mi ha offerto come capolista nel collegio Camera dei deputati L’Aquila Teramo, in questa competizione elettorale”.