Avezzano -“È stata pubblicata nella giornata di ieri la sentenza del TAR Abruzzo sulla vicenda riguardante il silenzio del Ministero della Giustizia in merito alla dotazione organica del Tribunale di Avezzano. La giustizia amministrativa ha riconosciuto le ragioni del Consiglio dell’Ordine del tribunale di Avezzano ed è, anche questo, un ulteriore segnale che deve spingere la politica a proseguire la battaglia per i tribunali abruzzesi”: così in una nota il Senatore del Partito democratico Michele Fina.
Fina prosegue: “Con istanza depositata il 29 agosto scorso il Consiglio dell’Ordine di Avezzano aveva richiesto al Ministero di coprire tutti i posti del personale amministrativo, attualmente vacanti, di cui alla pianta organica delineata con D.M. 5/I I/2009. A tale richiesta non era seguito alcun riscontro sebbene la richiesta del Consiglio dell’Ordine era confortata dall’intervenuta proroga, con rinvio della chiusura al 1 gennaio 2024 del Tribunale, di fatto sospendendo la soppressione di cui al dlgs 155 del 2012. Di fronte a tale inerzia il Consiglio dell’ordine proponeva il ricorso 365/2022 e, con la decisione resa pubblica ieri, sono state ritenute legittime le richieste dell’avvocatura.
Il TAR sebbene abbia ribadito come la verifica dell’adeguatezza delle risorse assegnate agli uffici amministrativi costituisce esercizio di attività ampiamente discrezionale e che lo stesso tribunale non può ordinare al Ministero la copertura dei posti vacanti, ha tuttavia riconosciuto al Consiglio dell’ordine Ia legittima attività di promozione dell’efficienza degli uffici giudiziari laddove sottodimensionati rispetto al reale fabbisogno. Questa sentenza è l’ennesimo richiamo alla politica affinché le Istituzioni prestino la massima attenzione alle istanze del territorio e sia definitivamente superata la soppressione dei tribunali abruzzesi. Ribadisco ancora una volta l’appello a tutti i parlamentari affinché sia sottoscritto il mio DDL per la riapertura definitiva dei nostri tribunali e dichiaro la mia disponibilità a sottoscriverne congiuntamente anche un nuovo testo condiviso, se necessario”.