Pesante condanna per la Santa Croce

La società chiede 85mila euro alla dirigente regionale Flacco, ma il tribunale la condanna a pagarne 18mila
Gli avvocati Salvatore Braghini e Renzo Lancia

CanistroLa Santa Croce chiede 85mila euro al dirigente regionale Flacco, ma il Tribunale la condanna a pagarne 18mila. E’ quanto ha stabilito la Sezione diritti della persona del Tribunale di Roma con una sentenza di condanna alla refusione delle spese legali in favore del dirigente regionale Iris Flacco, difesa dagli avvocati Salvatore Braghini e Renzo Lancia.

La Flacco era stata citata in giudizio dalla Santa Croce per rispondere di diffamazione e violazione del segreto d’ufficio in seguito a dichiarazioni rese ad un quotidiano on line, chiedendone la condanna al risarcimento per i danni subiti dalla società commisurati in 85.000 Euro.

A causa dell’iniziativa giudiziale attivata dalla Santa Croce, il dirigente del servizio Risorse del Territorio e Attività Estrattive, era stata estromessa dai procedimenti e provvedimenti riguardanti la Santa Croce, e in particolare da Bandi e Commissioni di gara relativi alla concessione delle sorgenti minerarie, come stabilito in via cautelare dalla responsabile dell’Autorità regionale di Prevenzione della Corruzione e della Trasparenza, avv. Stefania Valeri, in ragione del potenziale “conflitto di interesse” tra la Flacco e la Santa Croce.

Secondo il Giudice De Nuccio Lilla la tesi accusatoria della società è del tutto infondata, in quanto la Flacco si è limitata a dichiarare che la società non sfruttava la Sorgente Fiuggino di Canistro, e ciò è fatto pacifico in quanto era stata la stessa società ad aver comunicato alla Regione, nel dicembre 2008, la sospensione dell’attività d’imbottigliamento, e, quindi, la Santa Croce non corrispondeva i canoni per il consumo di acqua minerale, fatto altrettanto pacifico in quanto collegato all’attività d’imbottigliamento.
Pertanto, conclude il Tribunale, quanto dichiarato dalla Flacco non costituisce né diffamazione nei confronti della società né tantomeno violazione dei doveri di servizio o della normativa in materia di protezione dei dati personali.

L’avvocato Braghini, che ha già chiesto al Responsabile Anticorruzione della regione la revoca del provvedimento di sospensione della Flacco, dichiara che “con la sentenza del Tribunale di Roma cade il castello accusatorio innescato dalla società, con il lascito di sofferenze ingiustamente subite da chi ha dovuto affrontare i costi materiali e morali di ben due procedimenti penali e due cause civili, tra cui quella oggi risolta. Ricordiamo che Iris Flacco era già stata denunciata dalla stessa società per abuso d’ufficio presso la Procura di Avezzano ed ancora per abuso d’ufficio e falsità ideologica presso la Procura di Pescara, ottenendo l’archiviazione per la prima denuncia e l’assoluzione per la seconda”.

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