Pescina – Una mattinata toccante, ieri, ha visto i ragazzi delle scuole medie di Pescina e San Benedetto dei Marsi, uniti nel commemorare con due rappresentazioni teatrali la Giornata della Memoria. Gli studenti delle terze medie dell’Istituto Comprensivo “Fontamara” di Pescina e della Scuola Secondaria di I Grado di San Benedetto hanno scaldato i cuori dei presenti con due struggenti rappresentazioni curate dai Prof. Antonio Fosca e Maria Carmela Lotti, facendo rimanere accesa la luce della memoria sulle atrocità perpetrate dal nazifascismo nei confronti delle minoranze durante la seconda guerra mondiale al grido di “mai più!”.
Grande commozione da parte di tutti i presenti nella sala del Teatro San Francesco, dove si è svolta la manifestazione. Alla fine delle recite, sono saliti sul palco spendendo parole di congratulazioni e speranza i Vicesindaci di Collarmele Simplicio Nebbioso e di San Benedetto dei Marsi Maria Nata Di Genova, nonché la dirigente scolastica Maria Gigli, il Sindaco di Pescina Stefano Iulianella e il Presidente dell’A.N.P.I. sez. Marsica Antonio Rosini.
“Dobbiamo fare in modo che questa giornata rimanga nei nostri pensieri ogni giorno dell’anno – le parole del Sindaco – poiché la storia si ripete e noi dobbiamo tenere a mente in ogni momento che nessun uomo ha il diritto di ammazzarne un altro. Prendete le distanze da certi contenuti discriminatori che sui social network diventano facilmente virali – ammonisce il primo cittadino, rivolgendosi ai giovani studenti – e fatelo ricordandovi di oggi come il giorno in cui avete saputo dare a tutti una bella lezione di storia e civiltà”.
E sulla stessa linea ha voluto conferire Antonio Rosini, partigiano durante il secondo conflitto mondiale, che rimarcando come tutto lo scorso millennio si sia dipanato in senso all’annientamento dei diversi, ha voluto con la sua testimonianza avvicinarsi alle nuove generazioni che ieri erano sul palcoscenico del Teatro San Francesco, ma che ogni giorno devono “applicare il principio della tolleranza e del rispetto del diverso, affinché anche la ciclicità della storia possa esser cambiata”.