Pescina ricorda Fatime e Senade e tutte le donne vittime di violenza

Pescina dice no al femminicidio con lo svelamento di una  targa dedicata alle due donne

Pescina – Una targa per ricordare Fatime e Senade, rispettivamente madre e figlia, uccise il 16 ottobre 2013 a colpi di pistola davanti ad un supermercato. Pescina dice no al femminicidio con lo svelamento di una  targa dedicata alle due donne, vittime di uno dei delitti più efferati che la Marsica abbia mai conosciuto, ed a tutte le donne vittime di violenza. “In memoria di Fatime e Senade – si legge nella targa – e di tutte le donne morte per mano violenta di chi diceva di amarle, perchè le loro storie non affondino nel silenzio, ma risveglino coscienze e civiltà”.

“E’ proprio qui, in questa sala consiliare, dove il Consiglio Comunale ha adottato la Carta Mondiale delle Donne – ha detto il primo cittadino Stefano Iulianella – che noi abbiamo voluto procedere con l’affissione di una targa in memoria di Fatime e Senade, oltre che di tutte le donne vittime di violenza. Quell’evento tragico è rimasto impresso nella mia mente. Pescina parlerà ancora delle donne, lo farà in futuro e lo farà in maniera diversa, ma continuerà a sensibilizzare su questo importante tema”.

Alla cerimonia in Comune è seguito un convegno nella sala conferenze del Teatro San Francesco dove, alle presenza di due familiari delle vittime, si sono susseguiti gli interventi del sindaco Stefano Iulianella, del presidente del Consiglio Comunale di Pescina Alfonso Scamolla, dell’avvocato e consigliere regionale Maurizio Di Nicola, del consigliere delegato alla cultura Ester Cicchetti, del dirigente scolastico dell’Istituto Fontamara Maria Gigli, dell’avvocato e vicesindaco di Gioia dei Marsi Emiliana Longo, del dirigente della Polizia di Stato Giancarlo Ippoliti e della scrittrice Sara Rattaro, vincitrice del Premio Fenice Europa, nella sezione speciale “Claudia Malizia”.

“Avevamo un padre padrone – ricorda una delle figlie di Veli Selmanaj, responsabile del duplice omicidio della moglie Fatime e della figlia Senade – a cui non importava nulla se io e i miei fratelli fossimo bravi a scuola, se avessimo da mangiare o da vestire. L’unica cosa che sapeva fare era farci del male. Mia madre ha sopportato a lungo la violenza di quell’uomo, lo ha fatto per amore nostro, dei suoi figli. Ma, quando ha scoperto che anche noi figlie subivamo violenze da nostro padre, ha deciso di allontanarci da lui. Eravamo tutti d’accordo nel farlo e così siamo andati via. Noi eravamo sereni senza di lui, non avevamo niente, ma paradossalmente è stato il momento più tranquillo della nostra vita. Mia madre era una grande donna, dedita al lavoro e alla famiglia. Per noi ha rinunciato a tutto. Mia sorella era bella, simpaticissima e piena di vita. Quel 16 ottobre 2013 ha cambiato per sempre la nostra vita. Nella disgrazia abbiamo avuto con noi persone meravigliose, ma chi ci restituirà l’amore di nostra madre e di nostra sorella? La nostra è stata una battaglia per la libertà che non si può fermare”.

Nel corso dell’incontro si è parlato del libro della scrittrice Sara Rattaro che tratta il tema del femminicidio “Splendi più che puoi”. “Il libro – ha spiegato la Rattaro – racconta la storia di Emma, sequestrata per sei anni dal marito. I nomi sono tutti di fantasia, ma si tratta di una storia vera. Una storia profonda in cui dal dolore fiorisce la speranza”. 

La storia di Emma è una vicenda che Sara Rattaro ha voluto raccontare per ricordare alcune delle centinaia e centinaia di donne che in Italia vengono uccise o annientate da qualcuno che le conosce bene, le umilia, le denigra e le ostacola. “Oggi non c’è un’emergenza femminicidio – ha concluso la scrittrice – i numeri sono sempre altissimi, ma costanti. La differenza è che oggi se ne parla di più”.

Presenti gli alunni delle classi 2A, 2B, 3A e 3B dell’Istituto Comprensivo Fontamara di Pescina che hanno rivolto alla scrittrice alcune domande sul suo libro.

Foto di Manuel Conti

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