Pillole di Botanica: L’Elleboro, una pianta velenosa che fiorisce d’inverno tollerando anche le temperature più rigide

Durante i mesi invernali, camminando nei boschi, in zone fresche e ombrose si vedono spuntare dalle foglie secche e umide del terreno, talvolta dalla neve, ciuffi di foglie verdi con caratteristici fiori penduli, si tratta dell’Elleboro fetido (Helleborus foetidus), una pianta erbacea perenne appartenente alla famiglia delle Ranuncolaceae.

Nonostante il nome, dovuto all’odore sgradevole delle foglie quando vengono strofinate, la pianta è apprezzata per il suo valore ornamentale, grazie ai fiori penduli di colore verde brillante e i bordi purpurei, che sbocciano da gennaio ad aprile, portando un tocco di colore nei mesi più freddi.

Le foglie, attaccate al ramo con un lungo picciolo, sono di un colore verde molto scuro: quelle inferiori raggiungono dimensioni notevoli, anche 30-40 centimetri, ed hanno una forma palmata, mentre verso la sommità del fusto sono intere. I fusti, alti 70-80 centimetri, sono di colore verde acido, dall’aspetto legnoso alla base, ricchi di rami inizialmente con un andamento strisciante per poi assumere un aspetto eretto. I frutti sono capsule coriacee a forma di baccello, terminanti con rostri uncinati, contenenti semi neri e lucidi.

È una specie presente e diffusa in tutto il territorio d’Abruzzo ai margini dei boschi, nelle radure e nei luoghi sassosi da 0 a 1000 m di altitudine ma può trovarsi anche a quote più alte.

L’elleboro è una pianta altamente tossica a causa dell’ “elleborina” e altre sostanze alcaloidi e velenose (come del resto buona parte delle Ranunculaceae) contenute soprattutto nel rizoma. Se ingerite in quantità possono provocare vomito, diarrea e arresto cardiaco (contengono glicosidi cardiaci). Il veleno può essere assorbito anche attraverso la pelle. Il nome del genere deriva dai termini greci “hélo=io elimino e “borá=cibo” , per indicare che non bisogna mangiare alcuna parte della pianta proprio per la sua elevata tossicità.

Fonti:
Bulgarelli G., Flamini S., Le piante tossiche e velenose. Hoepli Editore, Milano 2014.

Angelo Ianni, Floristica del Compresorio di Celano e Marsica Settentrionale. Piante arboree, arbustive ed erbacee autoctone e naturalizzate. Prossima pubblicazione.

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