Avezzano – Al netto delle vicende legate alla pandemia, che nelle ultime settimane, per ovvi motivi, ha monopolizzato gli spazi sui media, la sanità marsicana è stata l’argomento centrale di svariati interventi di natura politica, di ogni latitudine, ordine e grado, per lo più orientati a valutare il senso della prospettiva. Dalle strutture ospedaliere alle risorse umane passando per il riassetto complessivo dei servizi. Il tutto nella dimensione dei nuovi scenari che si profilano nella cosiddetta fase due.
Ultimi in ordine di tempo, alcuni comunicati stampa. Uno del consigliere regionale Giorgio Fedele, che annuncia di aver inviato una lettera al direttore generale della Asl 01, Roberto Testa, nella quale chiede di ridare subito al territorio i servizi fondamentali per la salute. L’esponente del M5S dice di aver chiesto conto delle modalità e delle tempistiche della riapertura dei PPI di Pescina e Tagliacozzo.
L’altro dei segretari regionale e provinciale del Pd, Michele Fina e Francesco Piacente che segnalano la scarsità di attrezzature e materiali sanitari presso l’ospedale di Avezzano e l’occupazione da parte degli operatori sanitari, della clinica a Celano col paventato rischio di licenziamento.
Sul tema, TerreMarsicane ha raccolto le impressioni di Vincenzo Giovagnorio, sindaco di Tagliacozzo e di Stefano Iulianella, sindaco di Pescina, ovvero i due sindaci che vivono in prima linea, insieme ai loro cittadini, le problematiche legate ai centri di primo intervento.
«La mia posizione, sin dall’inizio, è stata quella di evitare le polemiche.» Queste le prime parole di Giovagnorio. «Ho condiviso la posizione di mantenere chiuse le strutture più piccole, non in grado di fronteggiare l’emergenza del Covid-19, come ampiamente provato dal contagio avvenuto presso il presidio di Pescina all’inizio della pandemia.» In effetti quella circostanza causò la chiusura, anche del presidio di Tagliacozzo perché il personale fu impiegato per sostituire i colleghi di Pescina e Avezzano costretti alla quarantena.
«Anche a livello nazionale la tendenza fu quella di evitare il coinvolgimento delle piccole strutture.» ci dice il sindaco che aggiunge «Personalmente ho mantenuto un’interlocuzione politica con i consiglieri regionali rappresentanti del territorio, sebbene non sempre le loro dichiarazioni siano state allineate. Ovviamente ho avuto un canale diretto con la Asl 01 Abruzzo che mi ha garantito che si sta seriamente lavorando ad una riapertura in totale sicurezza.»
Giovagnorio spiega che lavorare in sicurezza vuol dire che sarà utilizzata la tenda pre-triage allestita in tempi non sospetti all’esterno del PPI. Questa servirà ad accogliere i pazienti per accertamenti preventivi prima di consentire loro l’ingresso nella struttura.
Sulla data della riapertura il sindaco non si fascia la testa. «Se non fosse il 15 maggio, come annunciato da Quaglieri, ma fosse il 18 o il 22 non è questo il problema. L’importante è ripartire, così come era stato indicato dalla stessa Asl 01 al momento in cui fu deciso di sospendere il servizio. La mia resta quindi una posizione dialogante e pacifica.»
Il sindaco riferisce che lo stesso Silvio Paolucci, ex assessore alla Sanità nella Giunta D’Alfonso, in occasione di un confronto avvenuto on line, disse che, se nella fase 1 è mancata la programmazione, questa sarà invece necessaria nella fase 2, anche in ragione delle somme che saranno destinate alla sanità.
Per quanto riguarda l’operatività del presidio ospedaliero, Giovagnorio dice che lo stesso ha mantenuto la piena operatività. «La riabilitazione cardiologica, per esempio, è stata sempre piena, come la riabilitazione neuromotoria, attiva per tre quarti, in linea con il trend nazionale, che in questo periodo, ha visto prevalere evidentemente soltanto le emergenze.» Il sindaco chiude con un apprezzamento rivolto ai medici di base.
«L’ospedale di comunità che abbiamo al terzo piano della struttura non ha praticamente avuto accessi, anche per volere dei medici di base che giustamente, a scopo precauzionale, hanno ritenuto di evitare i ricoveri. Mentre hanno continuato a fornire prestazioni sia il servizio di radiologia che quello di analisi seppur con orari ridotti essendo venuto meno il punto di primo intervento.»
Quando raggiungiamo il sindaco Stefano Iulianella, lo troviamo per strada con degli operai intenti a fare delle manutenzioni. Investito sull’argomento ci dice che più volte ha chiesto all’azienda sanitaria notizie circa il destino del PTA (presidio territoriale di assistenza) di Pescina, senza tuttavia avere mai risposte esaustive, ma vuole mantenere la speranza che il PPI riparta come gli è stato promesso.
«Oggi sono stato contattato dal consigliere regionale Mario Quaglieri, (presidente della commissione sanità), il quale mi ha riferito di aver parlato col direttore generale Testa. Starebbero verificando il numero degli addetti necessari, perché ne occorrono di più per la gestione del pre-triage, dopodiché ripartiamo con il PPI. Detto ciò, voglio ancora una volta dar loro fiducia, anche se fino ad oggi mi sono state dette cose, poi puntualmente disattese.»
Il sindaco attende quindi con speranza le decisioni della Regione Abruzzo perché ritiene la riapertura del presidio ospedaliero assolutamente necessaria per il territorio. È fermamente convinto della funzione di sostegno del PTA di Pescina come supporto dell’ospedale di Avezzano. «Diciamo che prendo per buono ciò che mi è stato detto ma non aspetterò fino alle calende greche. Se ci sarà la volontà politica di risolvere il problema si vedrà a stretto giro. In caso contrario dovrò tornare a farmi sentire.»
Il sindaco aggiunge che da qui ai prossimi quindici giorni si vedrà quello che accadrà, «Io ho sempre provato a dialogare con l’azienda sanitaria, dico però che, se le promesse dovessero essere nuovamente disattese, sarò pronto a dare ancora battaglia insieme ai miei concittadini.» Questa la sua chiosa finale.