La benzina in modalità servito ha già sfondato il tetto psicologico del 2,5 euro al litro in alcuni distributori italiani, con l’aggravante che i nuovi listini record si registrano non sulle autostrade, dove i prezzi dei carburanti sono notoriamente più elevati, ma sulla rete ordinaria.
La denuncia arriva oggi da Assoutenti, che ha analizzato gli ultimi prezzi al pubblico comunicati dai gestori al Mimit e pubblicati sul sito del Ministero. Le continue rimodulazioni a rialzo dei prezzi dei carburanti stanno comportando un rincaro a valanga su tutti i settori, dall’alimentare ai trasporti fino all’energia.
Assoutenti spiega che “verificando i dati diffusi sull’apposito “Osservaprezzi Carburanti” del Mimit e riferiti alla data del 16 febbraio, si registra un forte incremento dei listini di benzina e gasolio, con alcuni distributori che vendono la verde a prezzi già superiori ai 2,5 euro al litro.
Assoutenti sottolinea tra l’altro come molti distributori non comunichino in modo tempestivo i listini al Mimit, con la conseguenza che i prezzi non sempre risultano aggiornati”.
“In poche settimane i listini dei carburanti sono aumentati sensibilmente, al punto che oggi un pieno di benzina costa quasi 5 euro in più rispetto all’inizio dell’anno, mentre per un pieno di gasolio si spendono 5,5 euro in più – denuncia il presidente di Assoutenti, Gabriele Melluso – In appena 6 settimane il prezzo medio nazionale della verde è rincarato del +5,3%, il diesel del +6,3%, e al di là dei casi limite dove i listini superano i 2,5 euro al litro, il rischio concreto è che la nuova ondata di rialzi alla pompa determini una spirale inflattiva attraverso un incremento dei prezzi al dettaglio dei beni che viaggiano su gomma e che rappresentano l’88% della merce venduta in Italia”.