Proteggere l’orso: volontari e scout dedicano una giornata alla raccolta della frutta

Abruzzo – Nei giorni del 27 e 30 agosto e di martedì 3 settembre, i volontari del Parco e gli scout del clan di Ostia 1 hanno dedicato la loro giornata alla raccolta della frutta in un frutteto di Villetta Barrea, Comune nel Parco che nell’ambito del LIFE Bear-Smart Corridors ha intrapreso il percorso per diventare Comunità a Misura d’Orso. Parte della frutta è stata consegnata alla famiglia proprietaria del frutteto, un’altra parte verrà utilizzata per alimentare gli animali ospitati presso il Centro Natura di Pescasseroli e la restante verrà donata ad un allevamento di capre nel territorio del Parco.

Raccogliere la frutta, all’interno dei centri abitati, è un gesto importante ma che, nelle terre dell’orso, assume un significato ancor più nobile, dal momento che favorisce la coesistenza! In molti paesi dell’Appennino Centrale non è difficile trovare alberi da frutto o interi frutteti nel centro abitato. La presenza di queste piante ci racconta molto della storia e delle tradizioni di questo territorio. Una volta, quando l’agricoltura era una pratica di sussistenza, questi alberi venivano curati, sorvegliati e la frutta puntualmente raccolta, poiché rappresentava una fondamentale risorsa per la sopravvivenza di intere famiglie.

Oggi, a seguito del calo demografico del secolo scorso ma anche e soprattutto all’abbandono delle attività agricole, non è raro vedere questi alberi versare in stato di semi abbandono, producendo ogni anno della frutta destinata per lo più a marcire a terra.

Questi alberi diventano facili e ghiotte occasioni per alcuni orsi che, nei periodi in cui la frutta va a maturazione, possono essere attratti nei centri abitati da tali risorse. Gli orsi poi, si sa, hanno buona memoria: non solo si recheranno all’albero più volte nella stessa stagione finché la frutta non sarà terminata, ma ripeteranno tale visita anche negli anni successivi.

Un fenomeno che con la reiterazione può diventare un problema, in quanto, come ogni fonte alimentare di facile accesso, all’interno dei paesi, rappresenta uno dei fattori che può indurre alcuni orsi a frequentare più spesso i centri abitati e a sviluppare, di conseguenza l’abituazione nei confronti delle persone, esponendoli a maggiori rischi di investimento e aumentando il conflitto con i residenti, proprietari di orti e pollai.

Chi possiede alberi da frutto, dunque, per la sicurezza dei propri concittadini e per aiutare quei pochi orsi che arrivano in paese a restare in montagna, dovrebbe raccogliere la frutta appena giunta a maturazione o, meglio ancora, poco prima.

Nella Comunità a Misura d’Orso di Whistler, in Canada, gli alberi che producono frutta, appetibile per gli orsi, non sono permessi all’interno del perimetro del centro abitato residenziale, in prossimità dei Parco Giochi per bambini e nelle pertinenze dei Centri Visita dei Parchi Naturali. Inoltre, lasciare accumulare, a terra la frutta al punto da attrarre fauna selvatica è contro il regolamento comunale in materia di rifiuti. (https://www.whistler.ca/services/environmental-stewardship/bears/bear-attractants/)

Gli Appennini non sono il Canada e lo capiamo bene dal contesto ambientale e culturale, ma questo ci insegna che ovunque ci sono orsi le regole, di fatto, sono simili. Sono animali estremamente intelligenti e se comprendono che possono fare meno sforzo mangiando comodamente in paese, lo fanno. Sono e saranno sempre i nostri comportamenti a fare la differenza per la conservazione dell’orso bruno marsicano.

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