Raccontami di te.
Raccontami di te, nonno,
del tuo essere emigrante in viaggi esotici
verso terre arcane nell’inquieto oceano
che dal bastimento assorto ascoltavi
sul moto incessante delle onde.
Il tuo andare lontano senza affetti
A quello dei profughi odierni paragono.
Raccontami del cielo chiaro dei tuoi occhi ridenti
Intenti ad inseguire la favola antica dei sogni.
Raccontami della delizia di minestra come compenso
Della Giornata di lavoro nei campi l’atavica fame.
Raccontami delle tue gioie il tesoro e dei tuoi dolori
L’amara salsedine ad asciugar parole disfatte d’arsura.
Ignoro l’ampiezza dei giorni che ci separano
E ancor di più temo il trapasso nella nebbia d’oblio.
Ma niente è perduto di te che brilli nel mio cuore
Come Sirio riluce nel vago firmamento.
Memorie chiare come l’aster sulla collina
Ambasciatore di novella fioritura.
E tu a me, con voce tenera,
O piccolo mio!
Di tante vissute, di tante raccontate solo una
Voglio narrare a far di te custode d’ordinarie cose
Bellezza eterna di un pane che si mangia insieme.
Ti racconterò dei chicchi di grano trovati
in antica tomba etrusca dopo millenni
che gettati sulla terra fresca germogliarono
stupore di nuove piante.
Anche in vecchiaia il seme genera ancora frutto!
Dandosi la mano si può andare molto lontano!
Gentilmente mi abbracciò come l’aria d’autunno
L’ultimo fiore del giardino per farmene dono.