Tuonano i sindacati sulla questione delle revisioni auto. Assoutenti ha presentato un esposto all’Antitrust ed al Ministro dei Trasporti, chiedendo di aprire un fascicolo sui costi illegittimi applicati agli automobilisti da numerosi centri di revisione autorizzati. Le tariffe per il servizio di revisione di veicoli a motore e dei loro rimorchi sono fissate dallo Stato con il Decreto Interministeriale del 3.08.2021 n. 129 che ha disposto le nuove tariffe per le operazioni di revisione dei veicoli a motore e dei loro rimorchi. Il nuovo costo fisso per le revisioni presso i centri autorizzati nel 2023 contiene le seguenti voci: tariffa obbligatoria per la revisione 54,95 euro; iva 22% sulla tariffa 12,09 euro; diritti fissi (esente iva ex art. 15) 10,20 euro, per un totale pari a 77,24 euro. Unica “ulteriore e variabile” voce di spesa non individuata nel dettato normativo è quella relativa alla commissione per i pagamenti dei diritti prevista dai Prestatori di servizi di pagamento (PSP) sulla piattaforma PagoPA S.p.A., utilizzati dai centri di revisione autorizzati. Commissione che può variare a seconda dei casi, purché l’utente/consumatore venga informato dell’effettivo ulteriore importo da corrispondere mediante tariffario esposto al pubblico.
Invece, secondo i consumatori, nelle fatture emesse molti centri di revisione applicano balzelli fantasiosi come: “Contributo smaltimento rifiuti”, “servizio postale”, “spese cancelleria” o la voce di spesa denominata “Tariffa obbligatoria per la revisione” come una sorta di ripetizione di quanto già previsto. “Tali condotte descritte appaiono illegittime, poiché in contrasto sia con la normativa vigente in materia di revisioni, nonché in palese contrasto con la normativa in materia di concorrenza e pratiche commerciali“, spiega il presidente di Assoutenti, Gabriele Melluso sottolineando che se “dovesse essere confermata ci troveremo di fronte ad una frode di circa 30 milioni di euro all’anno“.
Ad alzare la polemica è anche Federispettori, il sindacato degli ispettori addetti al controllo tecnico dei veicoli a motore e dei loro rimorchi. “Se vogliamo smascherare le truffe nel sistema revisioni veicoli leggeri, concentriamoci sulla tariffa: 54,95€, il corrispettivo per l’esecuzione di 53 controlli fra prove strumentali ed analisi visive. Vengono effettuati dal centro revisioni? Due indizi facili per scovare i furbetti, quasi il 90% delle imprese autorizzate in Italia. Il veicolo viene sollevato sul ponte o ispezionato mediante la fossa? Quasi sicuramente no, il che significa l’omissione di almeno 6 prove obbligatorie, forse le più importanti ai fini della salvaguardia della sicurezza stradale, ergo della vostra sicurezza in primis. Tutte le portiere vengono aperte/chiuse e le cinture di sicurezza agganciate/messe in trazione? È molto raro: altre due prove omesse. Quanto dovrebbe costare, dunque, una revisione ministeriale del genere? 10 minuti di lavoro di un ragazzo/a, trascorse perlopiù davanti al computer? Il soggetto che esegue i controlli è un ispettore autorizzato dalla Motorizzazione o un semplice operaio dell’officina privo di titoli abilitativi, quindi di competenza? Provate a verificare il nome riportato sul certificato di revisione: nella maggior parte dei casi la firma è del titolare, ma il controllo viene svolto da terzi. Vale ancora 54,95€ questa revisione ministeriale? 10 minuti di lavoro da parte di un operaio da 1200€ al mese, quanti soldi sono a fine giornata per il centro revisioni? Ma non è finita. Quanti utenti controfirmano il chilometraggio del proprio veicoli rilevato dall’operatore che verrà trascritto indelebilmente sul Portale dell’Automobilista, il principale strumento utilizzato per individuare le truffe all’atto della compravendita? Molti automobilisti sono stati danneggiati irreparabilmente da errori di inserimento, evitabili se solo gli fosse stato spiegato che la certificazione, per legge, si fa in due: l’ispettore trascrive, il proprietario firma per accettazione. La revisione veicoli leggeri in Italia è una truffa per l’automobilista in quanto paga una tariffa non corrispondente al lavoro effettivamente svolto, per la comunità vista l’inefficienza ai fini della salvaguardia della sicurezza stradale e tutela dell’ambiente. Vogliamo scoperchiare il vaso di Pandora? Noi abbiamo denunciato questo sistema marcio anche al Parlamento Europeo, quindi massima collaborazione per qualsiasi azione in tal senso“.