Abruzzo – “Avevo già comunicato la mia posizione riguardo la delibera di Giunta regionale che nel 2021 portava alla revoca dell’incarico di Roberto Testa alla guida della Asl 1. È di ieri la notizia che il Giudice del Lavoro annulla la revoca per ‘atti assumibili alla responsabilità del Direttore Generale e per mancato esercizio della diligenza dovuta nell’esecuzione contrattuale’ perché le accuse sono ritenute insussistenti. Era presumibile che il Manager Testa, rimosso anzitempo dal suo incarico, peraltro con un provvedimento che manifestava ipotesi di illegittimità per mancanza di valide motivazioni, avrebbe impugnato in sede giudiziaria l’atto, con il rischio di esborso di ingenti somme a carico delle casse regionali in caso di soccombenza dell’Ente.
Nel giugno 2021 individuavo che il vero problema della sanità abruzzese in tempi di pandemia non fosse riconducibile all’operato di Testa bensì ad una manovra politica per salvaguardare i sottili equilibri di potere tra le forze interne del centro-destra. Le stesse forze politiche che all’inizio lo avevano designato come dirigente dell’Azienda Sanitaria Aquilana per il suo alto profilo e la sua esperienza nel campo manageriale della sanità. Era già sotto gli occhi di tutti, infatti, come la revoca fosse l’ennesimo improvvido tentativo di nascondere le incapacità gestionali del Governo Regionale sull’emergenza sanitaria allora in atto scaricandole pretestuosamente sui vertici Asl dopo due anni e più di colpevole latitanza”. Così il consigliere regionale Americo Di Benedetto in una nota sull’annullamento della revoca del manager A.S.L. Testa.
“Scientemente non si volle attendere la verifica di metà mandato dei Manager delle A.S.L. abruzzesi che avrebbe messo il Governatore nella scomoda posizione di porre sullo stesso piano di giudizio tutti i nominati piuttosto che sostituire il solo Testa e difendere indirettamente l’operato dei rimanenti, sebbene anche loro versavano nelle sue stesse condizioni rispetto agli adempimenti Covid. Nell’incauta decisione della Giunta Marsilio pesava, poi, il non aver coinvolto il Comitato ristretto dei Sindaci del territorio provinciale dal cui parere si può prescindere solo in casi di particolare gravità e urgenza, i quali non erano motivati né ravvisabili in quel caso specifico (era trascorso abbondantemente un mese fra le controdeduzioni del Manager e il provvedimento di revoca dello stesso, tempo congruo per rendere edotti i rappresentanti del territorio provinciale che sovraintendono al buon andamento della Sanità dell’importante azione revocatoria che si aveva intenzione di porre in essere) ciò quindi in palese violazione dell’art. 2, comma 5, del D.L. n. 171/2016 in materia di Dirigenza sanitaria.
Si è rimosso Roberto Testa con il rischio, ora diventato realtà, di doverlo retribuire fino alla fine del mandato previsto per quest’anno, con il risultato di avere avuto nei mesi successivi al Covid l’intera struttura della Asl n.1 sotto tensione e una spesa aggiuntiva sulle spalle dei contribuenti abruzzesi. L’annullamento della revoca di Testa è quindi la dimostrazione ufficiale di quanto a questa maggioranza di centro-destra interessino poco le necessità delle persone e la qualità della sanità, ma più l’equilibrio politico delle forze interne alla propria coalizione, dove i cittadini rimangono spettatori sfiduciati e impotenti dinanzi a queste continue “prove di forza””.
Fonte: Consiglio Regionale dell'Abruzzo