Abruzzo – A più di otto anni dalla tragedia dell’Hotel Rigopiano, il dolore dei familiari delle 29 vittime è ancora vivo e la loro battaglia per la giustizia non si arresta.

Dopo anni di attesa e di sentenze che hanno lasciato l’amaro in bocca, la Cassazione ha finalmente aperto uno spiraglio di speranza, con una sentenza che sembra riconoscere le gravi responsabilità che hanno portato alla strage.

“Le motivazioni della Cassazione sono state per noi un faro nel buio“, affermano i familiari, che vedono in questa sentenza un passo avanti verso la verità e la giustizia.

Tuttavia, la preoccupazione è forte: il reato di omicidio colposo ha tempi di prescrizione più brevi rispetto al disastro colposo, e il rischio che il processo di appello bis a Perugia si concluda con un nulla di fatto è concreto.

“Sarebbe insopportabile per noi familiari, risulterebbe come una beffa e la vivremmo come un gravissimo inceppamento della macchina Giustizia“, dichiarano con amarezza.

I familiari, che non hanno mai cercato vendetta, ma solo verità e giustizia, si appellano ai valori costituzionali e chiedono che non siano gli unici a essere condannati all’ergastolo del dolore.

“I nostri ANGELI meritano una giustizia piena, noi abbiamo bisogno di poter chiudere gli occhi sapendo di aver fatto tutto per onorarli“, affermano con forza. L’appello è rivolto anche all’Italia intera, che ha il diritto di vivere in un Paese civile e giusto, dove il sistema giudiziario non si arrende di fronte alla ricerca della verità.

I familiari chiedono che le udienze dell’appello bis a Perugia vengano fissate al più presto, per evitare che la prescrizione cancelli le responsabilità di chi, con la propria imprudenza, imperizia e negligenza, ha causato la morte di 29 innocenti.

Un epilogo del genere sarebbe “vergognoso“, sottolineano, un’ulteriore ferita per chi ha già perso tanto.