Angelosante «Chi dice che in Marsica il piano prevede la diminuzione dei posti letto, mente, sapendo di mentire. Intanto la rete ospedaliera non è stata ancora preparata, ci si sta lavorando in questi giorni. Si sta facendo evidentemente un processo alle intenzioni.»
Avezzano – La bozza gira informalmente fra gli addetti ai lavori e i rappresentanti della politica, ma questi ultimi, già sono pronti a dare battaglia. Ognuno, per la propria parte, si sente forte delle proprie ragioni e soprattutto si sente chiamato a difendere la Marsica, che probabilmente, più di altri territori ha scontato gli effetti di una pandemia funesta per tutti, ma particolarmente difficile per il comprensorio marsicano.
Abbiamo rivolto alcune domande al referente provinciale della Lega, Tiziano Genovesi, capogruppo del suo partito al comune di Avezzano, e a Simone Angelosante, Consigliere Regionale dello stesso partito, per avere un punto di vista, sicuramente di parte, ma che fornisce alcuni elementi utili a integrare il quadro generale di un panorama sanitario, spesso rappresentato in termini parziali e sempre più teatro di scontri di una politica alla ricerca di spazi di agibilità.
Tiziano Genovesi, cos’è che secondo te non sta funzionando nel sistema delle prenotazioni?
C’è senza dubbio un problema di governance. Nei giorni scorsi, per esempio, sono mancati i vaccini Pfizer e diverse persone, già convocate, sono state costrette a tornare a casa. Ma anche su altre questioni inerenti inefficienze organizzative sono rimasto sorpreso dall’atteggiamento del sindaco Di Pangrazio che da grande accusatore del Direttore Generale della ASL1, Roberto Testa, oggi è uno dei suoi più convinti estimatori.
Eppure, anche Di Pangrazio ha mostrato notevoli perplessità sul piano di riordino della rete ospedaliera?
Evidentemente gli accordi messi in campo sul fronte politico, e le promesse fatte dalla direzione generale della ASL a Di Pangrazio non sono stati rispettati. La verità è che c’è da fare una battaglia per la tutela della sanità marsicana, costantemente bistrattata e penalizzata.
Il tuo ragionamento prescinde da appartenenze politiche?
La Marsica ha operatori sanitari di grande qualità, che fanno tutto ciò che possono, se non di più, per sopperire alle carenze organizzative. Personalmente ritengo sacrosanta la battaglia per difendere uno standard di livello del servizio sanitario, messo costantemente in discussione da scelte incomprensibili. Io ho evidentemente un’appartenenza politica ma sulla salute, la politica viene un passo immediatamente dopo. Mi è stato conferito un mandato amministrativo dalla mia città, e ho intenzione di assolverlo in pieno.
Al consigliere regionale Angelosante abbiamo chiesto di commentare le notizie che circolano in relazione al testo della bozza sul piano di riordino della rete ospedaliera regionale. Sul tema ha precisato che il riordino della rete degli ospedali va inteso come una sorta di piano regolatore generale che applica le direttive stabilite a livello nazionale attraverso il decreto Lorenzin.
«La rete ospedaliera non è stata ancora presentata, si sta lavorando a una bozza che deve tenere conto delle indicazioni fornite a livello centrale dalle leggi esistenti. La bozza riguarda quindi gli ospedali, e in Marsica, l’unico ospedale è quello di Avezzano perché Pescina e Tagliacozzo sono Presìdi territoriali. L’ospedale di Avezzano è stato confermato ospedale di 1° livello.»
Angelosante riferisce che i quattro ospedali dei capoluoghi di provincia sarebbero invece tutti e quattro ospedali di secondo livello ma probabilmente fa riferimento alla rete tempo-dipendente ovvero quelle reti per le quali, la rapidità diventa un elemento determinante per la qualità e l’esito delle cure in condizioni di elevato rischio di mortalità. Chiediamo allora se corrisponde al vero che sulla base del piano di riordino, in Marsica diminuiranno i posti letto.
«Assolutamente no! Chi dice queste cose, mente, sapendo di mentire. Intanto la rete ospedaliera non è stata ancora preparata, ci si sta lavorando in questi giorni. Una volta che la proposta sarà maturata andrà in discussione al Consiglio Regionale. Si sta facendo evidentemente un processo alle intenzioni.»
Quindi come vanno interpretate le accuse lanciate dal PD al governo Regionale?
«Le accuse del PD vanno rimandate al mittente. Se oggi, Pescina e Tagliacozzo, non sono più ospedali, dobbiamo ringraziare il PD. Nel momento in cui il PD fa queste critiche, in realtà sta criticando se stesso. Mi fa piacere che oggi riconoscano di essersi sbagliati, ammettendo, di fatto, di essere stati gli artefici di tutte le inefficienze che sconta oggi la sanità.»
Siamo al solito rimpallo delle responsabilità?
«No! Tutt’altro. La verità è che le politiche dei tagli perpetrate negli ultimi 10/15 anni dalle direttive imposte dall’Europa sono state attuate proprio dal PD. In virtù di questo, abbiamo pagato i danni della pandemia. Il quadro nazionale di riferimento è il decreto Lorenzin, e la Lorenzin, mi risulta faccia parte del PD.»
Veramente prima stava in Forza italia!
«Si va bene, ma nei fatti assistiamo a un PD che critica se stesso. Ora, la Regione ha il potere di ridefinire la rete ospedaliera, ma può farlo nei limiti stabiliti dalle leggi nazionali che ancora oggi sono quelle partorite dai vari governi Monti, Letta e Renzi.»
Per quanto riguarda il dibattito relativo alla cosiddetta medicina territoriale, come siamo messi?
«Questo è tutt’altro tema rispetto al riordino della rete ospedaliera. Certo chi ha le idee confuse, o le ha, artatamente confuse, la butta in confusione facendo tutto un calderone. La rete ospedaliera è ancora in fase di discussione, e la bozza, immagino verrà presentata nei prossimi giorni, anche se il PD ha già mosso tutte le sue critiche dimostrando un curioso potere di chiaroveggenza.»
Però è evidente che questa bozza è girata informalmente nei corridoi della Regione, quindi è naturale che susciti osservazioni ancora prima dei passaggi formali in commissione e in Consiglio Regionale.
«Sicuramente, però sentire quelli del PD fare il processo alle intenzioni, dopo essere stati i principali artefici della distruzione della sanità, non solo in Marsica, ma in Italia, mi sembra assurdo! Altro discorso è la rete territoriale che non è oggetto della discussione che stiamo facendo adesso, ma sarà affrontato successivamente, e nell’occasione si parlerà di Pescina e Tagliacozzo.»
In quella sede, immagino emergeranno le esigenze territoriali alle quali la politica dovrà offrire soluzioni.
«Certamente! Io sono il consigliere eletto della Marsica e mi batterò insieme a Mario Quaglieri, affinché le esigenze della Marsica vengano rispettate e tenute nella debita considerazione, sempre nell’ambito della normativa nazionale che è quella fatta dalla Lorenzin.»
Sulla campagna vaccinale ci arrivano quotidianamente segnalazioni sull’inefficienza del sistema delle prenotazioni. Utenti che per vaccinarsi, vengono convocati col preavviso di qualche ora, altri che vengono fatti slittare, salvo sentirsi dire di non essersi presentati nel giorno convenuto, altri ancora, dopo la prima vaccinazione, hanno ricevuto il messaggino che li invitava a presentarsi per la prima somministrazione. Non le pare ci sia molta confusione?
«La situazione della Marsica non è peggiore di quella di altri territori. Bisogna dire che la ASL1, come tutte le altre, sta affrontando un’esperienza mai vissuta prima in Italia, una cosa epocale. Vaccinare l’intera popolazione in un periodo di tempo brevissimo, comporta un’organizzazione che deve essere puntuale. La Marsica ci dice che, come numero di vaccinati totali, tranne qualche eccezione locale, non si discosta molto dalla media della regione.»
Vi risulta di pratiche poco ortodosse da parte di consiglieri comunali troppo zelanti che in alcuni comuni hanno trasformato la campagna vaccinale, in campagna per il consenso, agevolando salti di fila e favoritismi rivolti agli amici degli amici?
«Non è possibile farlo! Al netto delle iniziative di sensibilizzazione come nel caso delle giornate dedicate alla vaccinazione, chi vuol agevolare qualcuno non può farlo perché il sistema è centralizzato. Forse ci sono state inefficienze e disguidi nella gestione delle liste ma credo si accaduto in assoluta buona fede.»
E che mi dice di persone residenti a Pescina convocate al centro vaccinale di Popoli, o di utenti di Carsoli chiamati a vaccinarsi a Celano?
«Su questo la Regione sta intervenendo. Abbiamo scritto più volte, e devo dire che c’è anche un certo grado di flessibilità da parte della ASL. Quando si rendono conto di questi disagi, cercano di rimediare. Certamente tutto questo può rallentare il processo perché se io mando uno di Balsorano a vaccinarsi a Popoli, non è il massimo dell’efficienza. Comunque, devo dire che in questi ultimi giorni, anche per via dell’interessamento diretto dell’Assessore, Nicoletta Verì, queste criticità si stanno risolvendo.»
Quindi tutto regolare, niente furbetti salta fila, amici degli amici?
«Guarda, per quanto concerne la politica di basso cabotaggio, praticata da qualcuno che vorrebbe sembrare in grado di aprire chissà quali corsie preferenziali, sinceramente, credo si tratti solo di millantato credito.»
Ci è stato riferito di convocazioni fatte ad horas, che poi saltano perché chi riceve una telefonata all’ultimo momento, può non essere nelle condizioni di presentarsi al centro vaccinale. Allora ecco che parte la telefonata ad personam a qualche amico. Come se questa pratica fosse fatta apposta. Può essere?
«Non c’è assolutamente malafede. Certo, gestire milioni di persone, anche con tutta la tecnologia del mondo, non è facile. Invece l’appello che voglio fare io è di andare a vaccinarsi. All’open day di Celano, si sono presentate pochissime persone!»
È paradossale che ciò avvenga nell’unico comune italiano in zona rossa!
«Hanno il timore di AstraZeneca, che è il vaccino usato negli Open Day, ma non c’è alcuna motivazione razionale perché ciò avvenga. Gli stessi resoconti statistici, dicono che i casi di problematiche serie, scaturite dall’assunzione dell’AstraZeneca, sono percentualmente in linea con quelli di Moderna e Pfizer ma anche con quelli dell’aspirina, per intenderci.»
Si tratta di esagerazioni allora!
«In Germania, per esempio, dopo una prima fase di stop, oggi c’è la corsa a farsi AstraZeneca che è un vaccino il cui richiamo, molto più ravvicinato rispetto agli altri due, consente di avere prima il certificato vaccinale. Questa epidemia si combatte essenzialmente col vaccino. I rischi sono bassissimi rispetto ai vantaggi, e noi dobbiamo assolutamente raggiungere l’immunità di gregge. Solo allora potremo dire di aver sconfitto il Coronavirus.»