A Roio, alle porte dell’Aquila, si rinnova l’allarme lanciato da diverse associazioni animaliste locali, che da anni documentano e denunciano gravi criticità nella gestione degli animali all’interno di un’azienda agricola della zona.
Le associazioni Animali Alla Riscossa odv, Guardie Zoofile OIPA L’Aquila, Amici Animali odv e OIPA odv sezione L’Aquila, già attive da oltre quattro anni sulla vicenda, hanno riportato una nuova situazione di forte degrado e maltrattamento riscontrata nel corso di un sopralluogo effettuato ieri.
Di seguito il testo integrale diffuso dalle associazioni: “Ottobre 2023: denunciavamo una scena raccapricciante. Carcasse di pecore, cani scheletrici, agnellini strappati alle madri. Allora chiedevamo interventi concreti, azioni risolutive.
Marzo 2025: siamo di nuovo qui. Nulla è cambiato. Ieri, le Guardie Zoofile OIPA e le Associazioni Animaliste diL’Aquila hanno trovato l’ennesimo scenario da incubo presso l’azienda agricola di Roio. Cavalli e altri animali morti, scheletri lasciati a marcire, divorati dai cani affamati che vagano senza microchip, senza sterilizzazione, senza alcuna tutela. Cani lasciati a se stessi, pericolosi per loro stessi e per i cittadini.
E mentre tutto questo accade sotto gli occhi di tutti, il titolare dell’azienda continua a prendere nuovi cani. Da chi? Con quale autorizzazione? E soprattutto: perché, pur sapendo, nessuno impedisce tutto questo? Durante l’intervento di ieri, due cuccioli di pastore abruzzese, chiusi in un furgone, sono spariti nel nulla. “Li ha messi in sicurezza”, hanno detto le forze dell’ordine. Sicurezza per chi? Per lui, certamente non per loro che, già morenti, verranno molto probabilmente venduti o regalati a qualcuno peggio di lui. Altri erano chiusi in un bidone, ma non è la prima volta. E così, ancora una volta, si chiude un occhio. Ancora una volta, non c’è motivo di agire. Chi deve fermare questo scempio? Le segnalazioni ai Carabinieri e alla ASL sono tante e ci sono da tanti anni. I cittadini si rivolgono alle Associazioni, che fanno quello che possono: denunciare, documentare, tentare di salvare gli animali. Ma non basta.
Ci appelliamo all’Assessore regionale all’Agricoltura, Caccia e Pesca, Parchi e Riserve Naturali, Sistema Idrico e Ambiente, Emanuele Imprudente e al Comandante dei Carabinieri Forestali di L’Aquila Giampiero Costantini e all’Assessore all’Ambiente del Comune di L’Aquila Fabrizio Taranta. Le immagini ci sono, le segnalazioni anche. Ora bisogna agire, quella, per noi, non è un’azienda agricola degna di questo nome”.