Oggi pomeriggio, dalle 17 alle 20, il Movimento 5 Stelle raccoglierà le firme in piazza Risorgimento ad Avezzano per il salario minimo. “Istituire un salario minimo legale di 9 euro l’ora è necessario: non si può lavorare e restare poveri!” scrive sui social il M5S Avezzano.
IL MANIFESTO DEL M5S
La nostra Costituzione, all’art. 36, parla chiaro: “Il lavoratore ha diritto ad una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del suo lavoro e in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia un’esistenza libera e dignitosa”. Il salario minimo legale è una misura di dignità per la quale il MoVimento 5 Stelle si batte da 10 anni e, nei mesi scorsi, dopo aver convinto tutte le forze di opposizione, ha depositato in Parlamento una nuova proposta di legge (pdl) a prima firma Giuseppe Conte.
Il governo Meloni, palesemente contrario alla misura, ha bloccato la discussione della pdl in Parlamento, manifestando una posizione retrograda nei confronti delle politiche del lavoro, visto che il salario minimo esiste già in 22 Paesi europei su 27 e ha portato con sé solo effetti positivi. Noi non ci arrendiamo ed estendiamo la nostra battaglia di civiltà anche nei Consigli regionali: i nostri consiglieri, infatti, stanno depositando in questi giorni una mozione per il salario minimo che chiede di sostenere, in Conferenza Stato-Regioni e in tutte le sedi opportune, di concerto con le parti sociali, tutti gli atti e le misure volti a promuovere l’avanzamento della proposta di legge n. 1275 per l’istituzione di un salario minimo orario per i lavoratori, sia nel settore pubblico che privato.
La mozione è già stata depositata dai consiglieri del MoVimento 5 Stelle in Calabria, Emilia-Romagna, Lazio, Friuli-Venezia Giulia, Molise, Puglia, Sicilia, Trentino-Alto Adige, Umbria, Veneto, Piemonte. E, mentre in Toscana è stata approvata, nelle Marche è stata bocciata. Nelle prossime settimane, verrà depositata in tutti i Consigli regionali d’Italia.
Questo ci darà l’opportunità di scoprire chi, a livello regionale, sosterrà o respingerà l’iniziativa. I cittadini italiani devono sapere chi è realmente impegnato a migliorare le loro condizioni lavorative e chi, invece, è bravo solo a chiacchiere.