Salvini ad Avezzano:”Carabiniere aggredito dal solito miserabile, oltretutto pure con reddito di cittadinanza”

Avezzano – Un bagno di folla ha atteso ieri, in Piazza della Repubblica, l’arrivo di Matteo Salvini. Il leader della Lega, in città per sostenere la candidatura di Tiziano Genovesi a sindaco, è stato accolto con incitamenti e applausi, ma anche con qualche protesta da parte di un gruppo di giovani manifestanti. Immancabili i selfie e le strette di mano con i suoi sostenitori, prima di concedersi alla stampa per qualche domanda.

Poi un incontro privato con il commissario prefettizio, Mauro Passerotti, al quale hanno preso parte anche l’assessore regionale Nicoletta Verì e il candidato sindaco di Chieti Fabrizio Di Stefano. A dare il benvenuto al senatore, oltre al candidato Tiziano Genovesi, che ha sottolineato il desiderio del leader leghista di visitare la città, c’erano anche il consigliere regionale Simone Angelosante, l’assessore Emanuele Imprudente e l’onorevole Luigi D’Eramo.

Le prime parole di Salvini sono per il carabiniere ferito nei giorni scorsi e per i suoi aggressori. “Sono qui per portare la mia solidarietà al carabiniere ferito. Non c’è bisogno di gente che viene qui a spacciare droga. Non è un problema di colore della pelle, ma di persone per bene e di persone che non lo sono. Nel 2020 chi distingue le persone dal colore della pelle è un cretino. A me gli spacciatori, italiani o marocchini, mi stanno tutti sui coglioni. Quando cambierà il governo, all’immigrazione ci penso io.

Mi hanno detto che a Luco dei Marsi ci sono tanti marocchini, è una questione di proporzioni, di rispetto. Accogliere ed integrare va bene, ma non possiamo essere noi a cambiare il nostro stile di vita. Il mio abbraccio al carabiniere e a tutti coloro che lavorano per la nostra sicurezza. La popolazione abruzzese è una comunità ricca di orgoglio”.

Salvini è intervenuto anche sulla questione Sacro Cuore: “Qui mi hanno detto che c’è una scuola paritaria che sta chiudendo. Noi domani manifesteremo davanti al Ministero perché non si può avere un ministro dell’Istruzione che non potrebbe neanche pulire le scuole”.

Foto – Mattia Tundo

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