Scioglimento del direttorio fascista marsicano e posa della prima pietra della cattedrale di Avezzano

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Seppure sia fuori dubbio che nella prima metà del 1930 il fascismo era riuscito ad avere notevoli consensi tra i lavoratori e gli operai (categorie tradizionalmente più corporative), diversa era la situazione degli agricoltori italiani e specialmente quelli del Fucino. 

Di conseguenza, definita la questione del canone (dal lodo Bottai) e stabilizzata «la sua fisionomia fissando la corrisposta in natura», l’amministrazione Torlonia modificò le clausole del contratto d’affitto «riguardanti il genere, la misura e le modalità del versamento dell’estaglio […] Sta di fatto che, purtroppo, una generale se anche tacita riserva era sempre nell’animo dei locatari, poiché essa era già nella tradizione delle collettività fucense, cioè prendere la terra in fitto a qualsiasi condizione; tanto, alla peggio, anche il contratto era buona merce di scambio, in tutti i modi e per tutti i motivi», inclusi nel piano parcellare (1).

Nonostante queste notevoli difficoltà zonali, gli strumenti a disposizione del regime continuavano ad aumentare i motivi della fascistizzazione del culto della patria: «alcuni più propriamente specifici (la scuola, le organizzazioni di massa, i sindacati il PNF); altri, più che verso singole categorie di cittadini, agivano, se così si può dire, sull’ambiente» (2).

Tali atteggiamenti si possono riscontrare anche nella Marsica. Infatti, la cronaca degli Abruzzi ci racconta di una «Festa Pre Opere Assistenziali Fasciste», che si svolse a Tagliacozzo il 30 agosto 1930. La manifestazione costituì la «più interessante riunione di questa stagione», con la partecipazione di un pubblico altolocato in un ambiente molto raffinato. I fortunati che intervennero alla festa danzante trascorsero: «ore di vero diletto, confortato dalla visione di un pubblico elegante e con l’intervento di molti giovani». Il comitato promotore era costituito dalla famiglia Paoluzi, che mise a disposizione la sua splendida villa. Tra i primi invitati, naturalmente, ci furono il podestà Domenico Amicucci e il segretario politico fascista dottor Pietro Paoluzi. Di seguito: l’avvocato Antonio Paoluzi e signora, la famiglia Imperatori, la signora Conti Rossini con le figlie «il Grande Ufficiale Blasetti e famiglia; il Giudice Alessandro Bifani; il Barone Saitto; il comm. Giuseppe Iacomini e famiglia; l’ing. Bonoli e famiglia; il dottore Teofrasto Anselmi; l’avv. Laurini; e le famiglie Pediconi, Caprile, Saraceni, Cannizzaro, Betti, Rosa, Giannetti, Prosperi, D’Alessandro e Troini». Alla fine della festa, la cifra raccolta, da devolvere alle opere di soccorso fasciste, fu ingente (3).

Tra i vari aspetti del fascismo, c’era anche il delicato problema degli equilibri interni che, in questo periodo, portò a un rimpasto generale, con necessari avvicendamenti delle cariche provinciali e del direttorio di Avezzano.

Nella riunione di settembre, a palazzo del littorio (L’Aquila), l’onorevole Bacci, sostituì Ettore Ciarletta e, nell’unione dei sindacati fascisti dell’agricoltura, fu nominato per meriti politici il segretario generale Carlo Migliavacca (4). Tuttavia, i mutamenti maggiori o che, almeno fecero più scalpore, si ebbero però ad Avezzano, dove il deputato fiumano Ulisse Iti Bacci destituì il segretario politico fascista Rocco D’Alessandro. Seguirono poi le dimissioni del podestà Orazio Cambise, deferito alla commissione disciplina e la destituzione degli ispettori di zona Aurelio Irti e Tullio Di Pietro. L’ampiezza del rimaneggiamento, spiega nel particolare un clima di sospetti che forse ebbe lo scopo di porre un freno a singoli abusi o a contraddizioni con l’apparato politico centrale. Di conseguenza, vennero presi severi provvedimenti con: «la gestione commissariale di una vecchia camicia nera piacentina, Pietro Gazzotti, l’epurazione nel fascio di Avezzano col ritiro della tessera a Rocco D’Alessandro e con la sua sostituzione come segretario politico di Umberto Iatosti, di cui abbiamo ricordato l’innocua docilità». L’energica azione politica avvenuta nel capoluogo marsicano, non spiega in modo sufficiente tutti i particolari del caso, caratterizzato da un intricato groviglio di sospetti che potrebbe risultare molto complesso analizzare (5). 

D’altronde «un cambio della guardia» avvenne anche a Tagliacozzo, dove fu nominato il nuovo direttorio della locale sezione del partito nazionale fascista. Il dottor Pietro Paoluzi accolse con soddisfazione la carica di segretario politico come pure: Salvatore Mascio, Vincenzo Pietropaolo ed Enzo Ottavi (promossi a capimanipolo); poi, Pasquale Salucci, presidente della sezione combattenti, affiancato da Domenico Zuchegna. Subito dopo la nomina dei nuovi personaggi, telegrammi di ossequio raggiunsero la sede del segretario generale del partito e quella federale: il prefetto, il podestà di Tagliacozzo e l’onorevole Ermanno Amicucci (6).

Addirittura anche gli alti vertici delle gerarchie fasciste, dopo cinque anni di feconda attività nel «Gran Consiglio fascista», subirono la stessa sorte, con la nomina di ben quattro nuovi membri: Giovanni Giurati (presidente della Camera corporativa ed ex tenente di fanteria), occupò il posto di Turati, mentre «a far parte dell’Organo supremo», vennero nominati: Ciano, De Stefani, Rossoni e Turati (7).

Dopo simili indicazioni, che contribuiscono a spiegare come in questo periodo il regime cresceva e s’inseriva sempre più nella vita politica degli ambienti popolari, torniamo, con gradi diversi e sotto altre forme, a parlare degli avvenimenti locali. 

Il 21 settembre 1930 fu posta la prima pietra della chiesa cattedrale di Avezzano e, contemporaneamente, si svolsero i solenni festeggiamenti in onore di San Bartolomeo e della Madonna di Pietraquaria. Apprendiamo dalla cronaca, i dettagli della giornata: «La cerimonia si è svolta nella mattina del 21 corrente, in tutto lo splendore del rito, alla presenza dei componenti il Capitolo Cattedrale, dei parroci della Diocesi e di alte personalità politiche, civili e amministrative. Alle ore 10, accolto dal Vescovo Mons. Pio Bagnoli, è giunto il Prefetto della Provincia, comm. Sacchetti, accompagnato dal Questore Benigni, dal colonnello dei carabinieri Gori e da altri funzionari dei Gabinetti. Francesco Potenza in rappresentanza del Ministero dei LL.PP.». Il grande corteo fu preceduto dalla banda d’Introdacqua; ben inquadrati seguivano i balilla, le giovani e piccole italiane, i circoli femminili cattolici, le associazioni dei mutilati e combattenti, la Società Operaia, le congreghe, il clero, il podestà, il segretario politico, il capo del Genio Civile Buongiorno, il generale Edoardo Corbi, il progettista Sebastiano Bultrini, l’ingegner Stoelcher (appaltatore dei lavori), il comandante della legione della milizia (seniore Passalacqua), il procuratore del re (ufficiale Scala), i magistrati civili e i capi degli uffici pubblici. Nell’ora stabilita, il vescovo benedì la posa della prima pietra; poi furono apposte le firme su una pergamena che ricordava l’importante avvenimento. Il suono della marcia reale e i numerosi fuochi d’artificio salutarono il solenne momento. Dopo la celebrazione della messa, ci furono i discorsi di monsignor Bagnoli e quello del podestà. Tra l’altro, il giornalista di turno aggiunse al resoconto della manifestazione: «La cittadinanza partecipò con vero entusiasmo, un tempio al centro della città voluto da Mons. Bagnoli, che sarà un magnifico gioiello d’arte destinato a cantare nei secoli i trionfi di Cristo. Il monumento della Fede sorgerà anche come felice presagio della futura grandezza di Avezzano». Il giorno prima, alle ore 10,30, nella chiesa di S. Giuseppe (allora sede della diocesi), aveva avuto luogo una messa solenne «con panegirico detto dal rev. don Gabriele Cipriani. La Via del Littorio e Corso Umberto I, sono stati sfarzosamente illuminati con archi e luce elettrica. Le feste si sono chiuse con l’accensione di un grandioso fuoco pirotecnico» (8).

NOTE

  1. A.Pizzuti, Le affittanze agrarie nel Fucino prima della riforma fondiaria, in «I Quaderni della Maremma» I Serie, Documenti, Avezzano 1953, Stabilimento A.Staderini, Roma, p.50.
  2. R.De Felice, Mussolini il duce, I. Gli anni del consenso, 1929-1936, Giulio Einaudi editore, Torino 2019, p.181.
  3. Il Messaggero, Anno 52° – N.211 – Venerdì, 5 Settembre 1930, Cronaca degli Abruzzi, Marche e Molise, p.6, Da Tagliacozzo. Festa Pre Opere Assistenziali fasciste.
  4. Ivi, Anno 52° – N.226 – Martedì, 23 Settembre 1930, Cronaca degli Abruzzi, Marche e Molise, p.7, Corriere di Aquila. Nella Federazione Provinciale Fascista. Aquila, 22.
  5. R.Colapietra, Fucino Ieri, 1878-1951, Ente Fucino, Stabilimento roto-litografico «Abruzzo-Press», L’Aquila ottobre 1998, pp.174-175. 
  6. Il Messaggero, Anno 52° – N.232 – Martedì, 30 settembre 1930, Cronaca degli Abruzzi, Marche e Molise, p.7, Da Tagliacozzo. Il nuovo Direttorio. Tagliacozzo, 26. 
  7. Ivi, Anno 52° – N.228 – Giovedì, 25 Settembre 1930.
  8. Ibidem, Da Avezzano. La posa della prima pietra della Chiesa Cattedrale. I solenni festeggiamenti in onore di S. Bartolomeo e della Madonna di Pietraquaria. Avezzano, 21.

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