Celano – La tradizione e la storia delle nostre genti si fonda su questa pratica: la pastorizia. I nostri avi l’hanno condotta per secoli ma oggi il mestiere del pastore è esercitato da pochi, volenterosi e, perché no, eroici personaggi. Il nostro amico Giancarlo Sociali ha da poco condiviso online delle immagini che ha realizzato seguendo alcuni pastori durante la transumanza verticale.
Si tratta dei celanesi Carmine Contestabile, Enrico Ramunno, Fernando Malizia e Tonino Taccone. Le greggi salgono dal paese e, nell’arco di alcune ore, raggiungono i piani del Sirente dove resteranno, se tutto va bene, fino al mese di settembre. Percorrono antichi sentieri che consentono loro di condurre gli animali fino ai pascoli dei monti. Una pratica che si rinnova ogni anno ma che, con la crisi in atto, potrebbe scomparire perché la pastorizia non è più considerata un’attività redditizia.
I pastori si sistemeranno in alloggi che allestiscono da soli, luoghi in cui poter dormire e mangiare. Nel corso dei prossimi mesi si daranno il cambio. Le pecore restano al pascolo tutto il giorno, sorvegliate e seguite con attenzione dai cani, e, al tramonto del sole, tornano allo stazzo. I pastori provvedono da soli ai loro greggi, non possono fare altrimenti e i problemi a cui devono far fronte sono tanti: l’acqua che scarseggia ogni anno di più, gli alloggi che nessuno ha mai aggiustato e i controlli dei pascoli che non avvengono come dovrebbero.
Rimane l’estremo fascino di un mestiere antico e prezioso che, purtroppo, è sempre più complicato portare avanti. La testimonianza che Giancarlo Sociali ha reso diventa quindi fondamentale perché ci racconta vite fatte di sacrifici e di buona volontà che, forse, tra alcuni anni, nessuno avrà più il coraggio di condurre.