Opi – Nel lontano mese di agosto 1997, nello spazio riservato al direttore del periodico di informazione della Pro loco OPI, n.23, mi occupai, o meglio sollecitavo, di risolvere il problema della realizzazione di Servizi Pubblici in Opi, ossia i Bagni Pubblici o se volete chiamiamoli WC o meglio Toilette.
Oggi a differenza di quasi 20 anni, voglio riproporre, pari pari, quanto riportato a quel tempo.
Detto questo-dicevo allora-“ mi voglio occupare, senza avere la presunzione di risolvere il problema, della realizzazione di servizi pubblici in Opi, diventa a nostro avviso una necessità.
Già molti anni fa , in qualità di cittadino ed anche quale Presidente dell’Associazione Pro Loco, che ho l’onore di presiedere-dicevo allora- di risolvere- il problema, dei servizi pubblici, che se pur secondario a molti altri: l’occupazione e non solo per i giovani, trasporti, scuole, assistenza agli anziani, inquinamento nelle più svariate forme ed altro ancora, mi sembrava che anche questo problema meritava di essere affrontato, proprio oggi che ad Opi vengono non solo scolaresche nel periodo primaverile ma, anche pullman di persone più o meno giovani durante tutto l’arco dell’anno, che dopo aver fatto un lungo viaggio , hanno bisogno di servirsi dei bagni pubblici per le conosciute esigenze fisiologiche.
Nell’anno 1988 passarono 24.000 persone, nel 1992 se ne contarono 42.000, l’anno scorso (1996) sono passate 40.000 e un buon numero di queste, ci ha chiesto-di servirsi del bagno (UFFICIO TURISTICO A GESTIONE PRO LCO) a nostra disposizione e molte volte ci hanno suggerito di farci partecipi attraverso gli organi competenti per la realizzazione di servizi igienici in Opi.
Tutto questo perché da 20 anni siamo a contatto con le persone, che vengono, come detto prima, a visitare Opi e speriamo ne vengono ancora.
Ma poi, non hanno bisogno dei servizi, anche i giovani ed i bambini?
Abbiamo più volte sollevato questo problema e da più parti la risposta è stata: i servizi diventeranno (lo dico in dialetto) “ ‘na pezzenarja” e poi che li va a pulire?
Orbene-dicevamo- e lo diciamo anche oggi, la civiltà di un popolo o di una comunità, si misura anche offrendo servizi e non, buttando cartacce, mozziconi di sigarette, buste di plastica, lattine di alluminio, pile scariche e chi più ne ha ne metta, per le strade del paese e nell’intero interland. Non vi pare? (Il Borghetto n.23 del 14 agosto 1997)”.
Sono passati altri 20 anni, di bagni se ne sono costruiti, ma sono tutti inutilizzabili, perché chiusi.
Ma allora, perché li abbiamo costruiti?
E’ vero, tutte quelle persone di allora, non passano più in Opi, non sarà stato, anche per questo?
Mi viene di nuovo la voglia di dire: Apriamoli quelli esistenti, almeno nei periodi di alta affluenza turistica.
Non ce l’ho con nessuno ma, cerchiamo di fare quanto è in nostro dovere.