Avezzano – Con un comunicato unitario diffuso alla stampa, Fim, Fiom, Uilm, Failms e Rsu LFoundry, hanno fatto sapere che la trattativa sul nuovo schema di turno, il 2-3 (a 12 ore), sta andando avanti.
«Non poche sono state le difficoltà incontrate finora, perché le posizioni di partenza, da ambo le parti, erano molto distanti. Ad oggi, potremmo essere ad un soffio dal portare al vaglio dei lavoratori, prima in assemblea e poi con referendum, un’ipotesi di accordo.» Cosi i referenti delle sigle sindacali, che nei prossimi giorni, dovrebbero arrivare al termine di un percorso di negoziazione molto serrato, nell’ambito del quale però, ritengono di non poter dare nulla per scontato.
Secondo i sindacati, sarebbe riduttivo inquadrare la proposta portata avanti, solo e semplicemente su un piano puramente tecnico, in quanto il suo valore, ha una dimensione di notevole impatto sulla vita dei dipendenti. Proprio per questo, sarebbe imperdonabile relegarla a semplice elemento di natura tecnica nell’ambito più ampio di una contrattazione fra le parti.
Intanto è già stato fissato il prossimo incontro con la direzione aziendale, previsto alle ore 9.00 di venerdì 8 gennaio. Altro argomento importante di confronto fra Azienda e Sindacato è relativo alla ridefinizione dei programmi di sviluppo industriale della LFoundry.
«Riorganizzazione o ristrutturazione?» Questo ci si chiederebbe in azienda, alla luce delle modalità messe in campo per riorganizzare il reparto di ingegneria, le stesse impiegate nei vari dipartimenti di supporto. I cambiamenti annunciati e quelli sussurrati non farebbero percepire una visione di futuro a medio e lungo termine, né un consolidamento del programma di sviluppo industriale.
«Dalle spiegazioni forniteci non traspare quella progettualità che fa la differenza tra un’operazione meramente finanziaria, a breve termine, ed una propriamente industriale, di prospettiva. Non possiamo non ricordare che alla base delle scelte che ci hanno portato sotto questa nuova proprietà, c’era una domanda così posta: cos’è meglio, un proprietario cinese che vuole investire 1,6 miliardi di dollari e che potrebbe raddoppiare lo stabilimento, oppure uno americano che vorrà sicuramente ridurre il personale?»
Alla domanda il sindacato risponde oggi un po’ sconsolato, dicendo che è passato un po’ di tempo da quel novembre 2018, e la risposta, ormai a tutti nota, sarebbe un po’ diversa da quella pronosticata da chi aveva posto quel quesito, e che oggi, non c’è più, avendo venduto le proprie quote
«Quando arrivò la nuova proprietà, si disse che il nostro stabilimento era una miniera di know-how al punto da aver vinto la competizione con una intera provincia cinese, convincendoci che, il cinese buono, con molti soldi da investire, era effettivamente arrivato. Di quel denaro nulla è giunto in Italia e nulla vi rimane, poiché dobbiamo autosostenerci nei costi, e i proventi delle vendite rimangono nell’altra metà del cielo. Siamo preoccupati!»
Secondo i referenti del sindacato, il sito industriale di Avezzano avrebbe ancora molto da offrire, a partire dalle competenze dei dipendenti. In un momento straordinario come quello attuale, che vede nella digitalizzazione dei processi industriali, un’opportunità per rilanciarsi nel mercato dei semiconduttori, sarebbe un peccato non fare leva sull’enorme giacimento di sapere custodito all’interno di LFoundry.
«Chiediamo l’attenzione delle Istituzioni: di chi controlla i rapporti commerciali internazionali, di chi potrebbe vedere in questo ramo specializzato una sfida per lo sviluppo industriale nazionale e di chi gestisce il PIL a cui dovrebbe contribuire un’Impresa socialmente responsabile!»