Pescina – Il Sodalizio degli Abruzzesi “San Camillo de’ Lellis” di Roma ritiene che sostenere Pescina “Capitale della cultura 2025” è molto più che un atto dovuto o di circostanza. Al contrario è un dovere imprescindibile per tutti coloro che confidano nei sogni e che amano vivere di valori.
È inoltre un obbligo morale da parte di chi ama l’Abruzzo, crede nell’Abruzzo e si sente abruzzese dentro e fuori i confini della regione. Una regione che ormai da troppo tempo attende il suo riscatto storico e che nell’ambìto riconoscimento può intravedere la possibilità di un rilancio economico, sociale e turistico da perseguirsi con lo straordinario strumento della cultura. Quella stessa cultura di cui sono stati fautori autorevoli Ovidio Publio Nasone, Gaio Sallustio Crispo, Tommaso da Celano, Gabriele D’Annunzio, Benedetto Croce, Ennio Flaiano, oltreché i pescinesi Mazzarino e Ignazio Silone.
Pur confidando nella certezza dell’ambito traguardo, in qualunque modo vada a finire la competizione, Pescina la sua battaglia l’ha già vinta: quella di aver ridato visibilità e protagonismo a un lembo di Marsica la cui fama non si è esaurita nelle trame del passato, ma si è rivivificata in un “oggi” carico di consensi e di attestati di fiducia.
Con il suo impegno, la sua lena e la sua competenza messe in campo la cittadinanza pescinese ha infatti acceso un enorme riflettore mediatico su un territorio dell’Abruzzo periferico e montano per troppo tempo negletto e sottostimato. Un riflettore il cui merito è stato quello di avere illuminato una strada e di aver tracciato una rotta per il futuro.
Ma soprattutto è stato quello di aver impartito a tutti una lezione di non poco conto: che anche da piccoli è possibile osare e che si può essere Davide contro ogni genere di Golia.