Speciale “L’arte dello scrivere”: Rino Gaetano rivive nel nuovo libro di Matteo Persica

“C’è qualcuno che vuole mettermi il bavaglio: io non li temo! Non ci riusciranno! Sento che, in futuro, le mie canzoni saranno cantate dalle prossime generazioni. Che, grazie alla comunicazione di massa, capiranno cosa voglio dire questa sera. Capiranno e apriranno gli occhi, anziché averli pieni di sale”

Avezzano. Lo scorso 29 ottobre avrebbe compiuto 67 anni Salvatore Antonio Gaetano, in arte Rino Gaetano, la cui reale natura viene raccontata nel nuovo libro di Matteo Persica, “Rino Gaetano. Essenzialmente tu”, presentato dalla speaker radiofonica Roberta Maiolini e dal giornalista Federico Falcone sabato 2 dicembre nello storico Palazzo Torlonia, nell’ambito della seconda edizione della rassegna culturale “L’arte dello scrivere”, organizzata dall’Associazione Adhara Dairia, nelle persone di Luisa Novorio e della stessa Roberta Maiolini,  con il sostegno della Pro Loco di Avezzano e il patrocinio della Regione Abruzzo.

Come spesso accade, si riconosce e si qualifica un grande artista come tale solo dopo la sua morte, o addirittura, diversi anni dopo la stessa. E questo è quello che è accaduto anche per Rino Gaetano, un uomo prima che cantautore, di una sensibilità a molti sconosciuta, alla quale, e non solo, Persica rende omaggio attraverso un repertorio di testimonianze uniche, immagini inedite, ricordi degli amici e degli artisti con cui ha collaborato nel corso della sua carriera. Non tutti sono riusciti a comprendere il suo “ messaggio”, parte del paese ha continuato a vederlo per molto tempo come “l’uomo  con il cilindro”, “quello di Gianna” o come il “clown sul palco”, fermandosi all’ironia e al nonsenso caratteristici delle sue canzoni, ai testi apparentemente disimpegnati, che celavano, in realtà, una denuncia della società,  una satira politica e una descrizione pungente delle contraddizioni del Bel Paese.

L’autore del libro ha arricchito il pomeriggio marsicano della presenza di Daniele Savelli, musicista che ha colorito la presentazione interpretando alcuni brani di Gaetano, tra cui un inedito mai inciso e ritrovato dalla famiglia di Rino dopo la sua morte “I miei sogni di anarchia”. L’intento di Persica, che si definisce “scrittore appassionato di storie vere da raccontare”, è stato quello di andare oltre lo stereotipo del personaggio pubblico ed eliminare dalla figura di Rino Gaetano frac e cilindro per fargli indossare i panni del ragazzo umano, debole allo stesso tempo, determinato, buono e vicino a tutti noi più di quanto possiamo credere.  Ci viene raccontato un Rino che non era disposto a scendere a compromessi e che, ad esempio, avrebbe ceduto gratis i propri testi a Lucio Dalla, solo in cambio di un riconoscimento; un uomo che si sarebbe sposato prima in chiesa e poi al comune, perché “ il matrimonio era per sempre”; un’artista che viveva l’Italia direttamente, un cantautore “popolare” vicino alla gente in modo da poter essere considerato un amico, le cui muse ispiratrici erano gli autobus, le strade, i metrò, i bar, le sale del barbiere o del dentista, dove le persone liberamente potevano dar sfogo ai propri pensieri.  Persica racconta questa figura indimenticabile e inedita con le parole e i ricordi di chi non ne aveva mai parlato pubblicamente, spinto dalla curiosità di capire se tutto ciò che era stato detto di lui fosse la verità o ci si fosse fermati in superficie, come era accaduto in precedenza  per un’altra eccellenza, incompresa, Anna Magnani alla quale aveva dedicato il suo primo libro “Anna Magnani. Biografia di una donna”.

Non poteva non concludersi in festa, però, la presentazione di “Rino Gaetano. Essenzialmente tu”. Lo scrittore romano ha saputo coinvolgere il pubblico insieme al suo amico Savelli, distribuendo strumenti musicali improvvisati e divertenti e facendo cantare tutti i presenti sulle note di “Ahi Maria!”, storico singolo del cantautore di origine crotonese.

 “C’è qualcuno che vuole mettermi il bavaglio: io non li temo! Non ci riusciranno! Sento che, in futuro, le mie canzoni saranno cantate dalle prossime generazioni. Che, grazie alla comunicazione di massa, capiranno cosa voglio dire questa sera. Capiranno e apriranno gli occhi, anziché averli pieni di sale”, Rino Gaetano, Capocotta, 1979.

Una cosa è certa, la “profezia” si è avverata.

Foto a cura di Manuel Conti

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