Un celebre scrittore greco del I secolo dopo Cristo scrisse che la danza rappresenta attraverso i movimenti un sentimento, una passione o una emozione. Non ci può essere definizione migliore. Infatti l’uomo, quando prova una grande gioia o un profondo dolore, sente il bisogno di manifestarli non solo a parole, ma anche attraverso i movimenti del corpo. Già presso gli uomini primitivi, la danza era ritenuta uno dei mezzi più adatti per esprimere sentimenti e desideri.
Le prove sono nelle raffigurazioni dipinte nelle grotte della Penisola Iberica, risalenti all’ultimo periodo paleolitico. Esse rappresentano degli uomini che danzano intorno a figure animali, forse rituali per propiziare a caccia. Naturalmente anche la danza della guerra era molto diffusa tra i popoli primitivi. Popolazioni che vivono tutt’ora allo stato primitivo attribuiscono a queste danze anche un potere magico. Ma i balli degli uomini primitivi erano piuttosto scomposte, poi col progredire della civiltà si raffinarono, prendendo movenze composte ed aggraziate ed arrivando alle danze religiose dette sacre. Un popolo dell’antichità che apprezzò molto la danza furono i Greci, che consideravano la danza come vera e propria arte e ne fecero tutt’uno con il canto e la musica.
I Romani del periodo monarchico e repubblicano, non ebbero simpatia per la danza e la considerarono qualcosa di sconveniente. L’unica danza ammessa era quella eseguita dai Salii ( dal latino salire, saltellare), sacerdoti sacri al dio Marte. Anche i popoli italici come i Marsi usavano la danza nelle loro celebrazioni religiose dedicate soprattutto alla dea Madre, come buon auspicio, unendo ad essa anche canti e festini. Per tutto il Medioevo la danza fu trascurata. Fu ripresa in considerazione nel periodo del Rinascimento (XV e XVI). Fu considerata una vera e propria arte e si pubblicarono anche trattati sull’argomento. Nacquero così le prime coreografie che distingueva i vari balli, che presero immediatamente piede nelle corti principesche.
Di questo periodo sono la Gavotta, il Minuetto. Verso la fine del XVIII secolo divenne famoso il Valzer, che rimase in voga per tutto il XIX secolo fino ai primi del XX secolo. Un’altra danza che s’impose nel XIX secolo fu la Polka, a cui seguirono la Mazurka e la Polacca. Subito dopo la prima guerra mondiale giunsero in Europa le danze negro-americane. E dopo la seconda guerra mondiale arrivò il rock. Da allora fino ai giorni nostri la danza si è evoluta e trasformata.
Oggi, infondo, nelle discoteche si ripropongono gli stessi movimenti che eseguivano gli uomini primitivi. Ma abbiamo raggiunto anche l’eccellenza con la danza classica e quella moderna , con le sue varie sfaccettature. Non esiste più la danza sacra nelle cerimonie religiose, essa si è trasformata perdendo sicuramente la sua identità iniziale ma rimanendo nel profondo, comunque, l’espressione delle nostre emozioni.