Strada Villavallelonga – fonte Aceretta: le associazioni ribadiscono la loro posizione

Villavallelonga – Dopo i precedenti comunicati e la risposta del Parco Nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise, le associazioni WWF, Legambiente, Pro Natura, Touring Club, Salviamo l’Orso, LIPU, Mountain Wilderness e Dalla parte dell’Orso tornano congiuntamente sul tema del progettato intervento di sistemazione della strada Villavallelonga – fonte Aceretta chiarendo ancora una volta la propria posizione, già evidenziata in missive di replica direttamente inviate al presidente e al direttore del Parco e, per doverosa conoscenza, al Ministero dell’Ambiente.

Le associazioni ritengono opportuno fornire alcuni chiarimenti, poiché la risposta che il PNALM ha affidato anche alla stampa, a cominciare dal titolo del comunicato “Più tutela nella Vallelonga” (…tutela? Ma siamo sicuri?), purtroppo non rassicura né convince.

La prima questione da approfondire è la presenza dell’asfalto: il Parco afferma, giustificando l’emissione del Nulla Osta, che si va a intervenire su una strada già esistente (un dato vero, mai messo in dubbio) e già asfaltata. Questa seconda affermazione è invece vera solo in parte, in quanto, come riportato anche dal comunicato stampa del Comune di Villavallelonga, la pista è asfaltata nel primo tratto, fino a Località Madonna della Lanna, mentre nel secondo tratto, che arriva in Località Ciafassa, l’asfalto è ormai quasi inesistente e la strada è di fatto un percorso sterrato, ed è comunque bianca-sterrata nell’ultimo tratto, fino alla fontana dell’Aceretta.

Altro equivoco è l’interpretazione sui lavori di manutenzione; si parla infatti, in particolare nell’ultimo tratto, di realizzare una “pavimentazione ecologica per la salvaguardia dei valori ambientali esistenti, con bitume modificato e graniglia calcarea”, quindi non solo ma ben oltre lavori di semplice risistemazione del percorso, come interventi sulla sagomatura, sulla chiusura delle buche e sulla sistemazione degli attraversamenti sui corsi d’acqua. La cifra di 500.000 euro è del resto un importo considerevole per intervenire solo sulla chiusura di buche e regolamentazione delle acque meteoriche e di ruscellamento!

C’è poi la questione dell’accesso: il Parco non può giustificare questo intervento affermando che grazie ad esso si potrà regolamentare il transito nell’area che, come più volte ricordato dalle Associazioni, è una delle più importanti e cruciali per la conservazione delle specie del Parco, limitrofa alla Val Cervara, che ospita importanti foreste vetuste. La regolamentazione dell’area va fatta a prescindere! Avrebbe anzi dovuto essere stata già fatta e da tempo e non può essere in alcun modo legata ai progettati lavori. Tutti gli studi e i documenti prodotti per la conservazione dell’Orso danno questa indicazione. Il Patom, evidenziando il disturbo procurato dalla presenza della fitta rete di sterrate che permette l’accesso anche ad aree montane remote, indica chiaramente, tra le strategie di conservazione, la regolamentazione dell’accesso di tutte le strade sterrate nell’areale di presenza dell’Orso.

Con il Life Arctos si è provveduto all’acquisto e alla sistemazione di molte sbarre per la chiusura di strade montane, anche in zone marginali dell’areale della specie; possibile che sia sfuggita la regolamentazione della strada per i Prati d’Angro?

Ben venga una gestione regolamentata dell’area e delle strutture ricettive presenti, come i rifugi, da parte di giovani imprenditori locali. Le associazioni se lo auguriamo nell’ottica di uno sviluppo turistico controllato e rispettoso dell’ambiente, ripetendo esperienze positive condotte in altre aree del Parco, come la Camosciara. Tali soluzioni prospettate, però, non sembrano di facile e immediata realizzazione, mentre nel frattempo la pista, già oggi aperta all’accesso, potrebbe essere in breve tempo resa più facilmente percorribile e lasciata senza una adeguata gestione.

Negli ultimi decenni tanto si è fatto per evitare l’accesso incontrollato in zone strategiche per la salvaguardia del territorio; con questo intervento si rischia una involuzione e un regresso nelle azioni di conservazione, anche rispetto all’interlocuzione avuta con i Comuni in altre aree del territorio. Si andrebbe a creare, inoltre, un pericolosissimo precedente, perché tutti i Comuni in cui siano presenti vecchie sterrate si potrebbero sentire in diritto di chiederne una sistemazione e una ri-asfaltatura.

Molti dubbi solleva inoltre l’iter procedurale: perché il Parco ha inserito lo Studio di Incidenza tra le prescrizioni del Nulla Osta? Perché non richiedere prima lo Studio, effettuare la Valutazione e solo a conclusione dell’iter, come prassi, rilasciare l’eventuale Nulla Osta e le eventuali prescrizioni? Perché far uscire comunque un documento dagli Uffici del Parco e rincorrere poi una Valutazione di Incidenza, quando nel frattempo il Comune di Villavallelonga ha emesso un avviso di gara per i lavori di sistemazione della strada Villavallelonga-Pescasseroli?

WWF, Legambiente, Pro Natura, Touring Club, Salviamo l’Orso, LIPU, Mountain Wilderness e Dalla parte dell’Orso si augurano davvero che per Villavallelonga possa nascere un periodo di maggior tutela e gestione più accorta, volta a un turismo naturalistico di valore, ma non sembra essere quello sin qui prospettato un modo efficace per arrivare ai risultati sperati.

Le Associazioni hanno manifestato chiaramente le loro posizioni, con lettere, comunicati stampa e interventi presso gli organi ufficiali del Parco e sono pronte ad analizzare i documenti, la Valutazione di Incidenza e il parere che il Parco dovrà di nuovo emettere, ma fin da ora invitano la Direzione e il Servizio Scientifico a prendere in considerazione quanto riportato dalle interlocuzioni, fermo restando che le Associazioni non intendono in alcun caso rimanere inerti e spettatrici mentre si rende un’area di pregio del Parco più facilmente percorribile, trafficata e minacciata.

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