Per noi marsicani il nome dei Torlonia ha un significato rilevante per ragioni storiche che ben conosciamo: fu Alessandro Torlonia, primo Principe del Fucino, a portare a termine con successo l’opera di prosciugamento del lago, dichiarato ufficialmente conclusa il 1° ottobre 1878, quindi esattamente 141 anni fa. I Torlonia, prima di divenire principi di una terra che non c’era poiché, prima del loro arrivo, era sprofondata nelle acque del lago, erano e sono ancora una delle famiglie più importanti di Roma, legata a doppio filo con i Colonna e con i Borghese. Nel corso del tempo, con immensa accortezza, passione e grazie all’investimento di ingenti somme derivanti dalla loro attività di banchieri, i Torlonia hanno messo insieme una tra le raccolte di oggetti d’arte greca e romana più pregiate e importanti del mondo. Una collezione privata preziosissima che, finalmente, sarà possibile visitare dopo anni di dissidi, rinvii e dilemmi.
La mostra intitolata “The Torlonia Marbles. Collecting Masterpieces” si terrà dal 3 aprile 2020 al 10 gennaio 2021 presso il Palazzo Caffarelli, sul Campidoglio, affidata alla curatela di Salvatore Settis e Carlo Gasparri. È dal 1976 che la collezione Torlonia giace smontata e inaccessibile a tutti in tre grandi stanze del palazzo di famiglia ubicato in Via della Lungara a Roma. Ora, finalmente, una parte delle 620 sculture greche e romane provenienti da altre collezioni (Giustiniani, Caetani-Ruspoli, Carpi, Cesarini e Bartolomeo Cavaceppi) o da scavi archeologici effettuati in terreni di proprietà, tra cui la Villa dei Quintili e la Villa di Massenzio sull’Appia antica, saranno visibili a tutti. Lo stesso curatore, l’archeologo e storico Salvatore Settis, spiega che da questo immenso patrimonio d’arte sono stati selezionati 96 oggetti, quelli giudicati di maggiore qualità.
Settis indica quale sarà il percorso della mostra “The Torlonia Marbles. Collecting Masterpieces“: “Nella prima sezione ci sarà un’evocazione del Museo Torlonia che è stato aperto in via della Lungara accanto a Palazzo Corsini dal 1875 fino agli anni Quaranta. In mostra una sala con una ventina di busti di uomini e donne evocherà quello che era il Museo Torlonia. Quindi il racconto inizia dal momento più recente e va a ritroso. Nella seconda sezione ci saranno i rinvenimenti di antichità nelle proprietà Torlonia che erano e che sono ancora vastissime. La terza sezione presenterà pezzi che vengono dalle collezioni del Settecento Albani e Cavaceppi. Nella quarta sezione i marmi Giustiniani, che sono di altissima qualità, saranno esposti in una grande sala che era una chiesa protestante. La quinta sala sarà dedicata ai pezzi di collezioni del Quattro e Cinquecento. Poi si aprirà una porta e si entrerà nella sala con i bronzi: la lupa romana, il Marco Aurelio, i bronzi che erano al Laterano e che ora sono nei Musei Capitolini“.
Va specificato che, dopo un lungo contenzioso tra lo Stato Italiano e la famiglia Torlonia, le opere torneranno a essere visibili dopo più di 40 anni e che, in ogni caso, esse sono e rimarranno sempre di proprietà privata dei Torlonia. L’aspetto positivo sta nel fatto che questa mostra è solo un primo passo verso un lavoro più lungo e complesso che dovrebbe condurre, da qui a un decennio, alla creazione di un Museo Torlonia vero e proprio. Ovviamente a noi marsicani piace immaginare che all’interno della mostra in programma per il 2020/2021 o, tra qualche anno, all’interno del futuro Museo Torlonia saranno ospitati anche pezzi d’arte e di archeologia rinvenuti nell’area in cui un tempo c’era il Lago del Fucino. Meno semplice e meno probabile appare, oggi, un’eventuale restituzione di questi preziosi reperti ai territori marsicani da cui provengono.