Tagliacozzo – Giovane, bello, leale, impavido: il principe Corradino, cresciuto in Baviera nutrendosi di letteratura e ideali cavallereschi, ha appena sedici anni quando scende in Italia richiamato dal popolo a gran voce per riscattare il nome di suo padre e riconquistare la corona che il papa aveva ceduto nelle mani dei francesi d’Angiò, secondo i diritti che il vescovo di Roma reclamava dalla “Donazione di Costantino”. Quello tra Svevi e Angioini è un conflitto profondo che non riguarda solo la supremazia nel Regno di Sicilia, ma l’intero rapporto di potere tra l’autorità pontificia, sostenuta dalla fazione guelfa, e quella imperiale, incarnata dalle dinastie teutoniche e incoraggiata dai ghibellini. La “battaglia di Tagliacozzo” del 1268, combattuta a suon di scomuniche e inganni, oltre che con il sangue, segna l’irrevocabile tramonto della “stella sveva” e della speranza di chi confidava nel “liberatore” tedesco per sottrarsi allo strapotere della Chiesa. La storia, da questo momento in poi, prenderà un nuovo corso.
L’intera dinastia, compreso il suo più illustre rappresentante Federico II “stupor mundi”, è diventata un vero e proprio mito storiografico e ancora oggi non smette di affascinare. Soprattutto i giovani, che sono stati i veri protagonisti della giornata di inaugurazione per le celebrazioni dedicate al 750° anniversario della “battaglia dei Piani Palentini” o “di Tagliacozzo”, secondo la definizione dantesca più comunemente accettata, combattuta il 23 agosto 1268.
Per rievocare questi avvenimenti e riportare l’intera Marsica al centro della storia europea, martedì 21 agosto, in sala consiliare a Tagliacozzo, si è tenuto un incontro organizzato dal centro culturale “Luigi Micalizio”, di cui nello stesso giorno ricade il 25° anniversario, e patrocinato dalla Città di Tagliacozzo e dalla Fondazione Federico II di Jesi, a rappresentare la quale come referente e portavoce è Laura Micalizio. L’ex docente dell’istituto Argoli è anche ideatrice del “progetto Corradino”, realizzato con la Comunità Montana Marsica e con le amministrazioni locali, nonché autrice dei testi del libro a fumetti “Il Borgo di Corradino nel III millennio”, con la collaborazione di Ida Poillucci; nell’atrio del Municipio è stata allestita una mostra con le illustrazioni di Giovanni Corsi, che era presente all’incontro (nella foto, il secondo da destra, accanto a Laura Micalizio). Il volume, pubblicato nel 1995, è in corso di ristampa; l’esposizione sarà aperta al pubblico fino al 26 agosto.
A porgere i saluti istituzionali per l’apertura di questa celebrazione, che rientra nell’Anno Europeo del Patrimonio Culturale 2018, sono l’assessore alla cultura e vicesindaco Chiara Nanni e il sindaco Vincenzo Giovagnorio, che ricorda i “simpatici campanilismi” che nel passato hanno contrapposto Tagliacozzo e Scurcola sulla “paternità” della battaglia, ora superati.
Nel corso dell’incontro, ricco di interventi, è stata data lettura di alcuni brani tratti dal volume “Il Borgo di Corradino” con le voci di Marco Simeoni, diplomato all’Accademia del Cinema, Tamara Marinetti e Cesare Augusto Scipioni, studenti del liceo Torlonia di Avezzano. Fresco di maturità classica anche Antonio Santucci, che ha declamato il suo poema “L’ultima aquila” dedicato ai tragici eventi di 750 anni fa. Ad accompagnare con note di chitarra è il “cantastorie di Magliano” Giuseppe Santoponte, il quale si è poi esibito in una malinconica ballata che rievoca il “sogno infranto” del principe svevo, “Corradino messaggero di pace”. La ricostruzione storica è puntuale e dettagliata e ricca di riferimenti alla Marsica occidentale: nella vallata dominata dal monte Velino si accampano i due schieramenti nemici, quello angioino verso Massa d’Albe, quello svevo tra Scurcola e Magliano. Superiore in numero, l’esercito svevo ha però lo svantaggio di conoscere poco il territorio: non si sa perché, infatti, Corradino decida di lasciare la via Valeria per inoltrarsi nel Cicolano. Lungo la strada, nei Piani Palentini, ci sarà il vero teatro della battaglia, vinta dal “leone angioino” con un’astuzia messa in atto dal “vecchio” Alardo di Valery, che aveva appreso la tecnica dell’imboscata dai Turchi in Terrasanta. Tradito e catturato, Corradino sarà condannato a morte per decapitazione, avvenuta nella piazza del Mercato di Napoli il 29 ottobre dello stesso anno.
Al termine della manifestazione è stata offerta la degustazione del “Dolce di Corradino”, una specialità della bottega storica di Tagliacozzo del pasticcere Giuseppe Chicarella ideata in collaborazione con Laura Micalizio nell’ambito del progetto “Il magico e dolce mormorio delle mani”. Un dolce a base di castagne che nasconde una leggenda: fuggito dal campo di battaglia, Corradino si inoltrò nei boschi in direzione di Roma pernottando nei pressi di Castelvecchio di Sante Marie, dove le donne, si racconta, offrirono a lui e ai suoi compagni il tradizionale tortino. Per tutta la durata dell’incontro, due giovani si sono intrattenuti su un ampio tavolo di fronte alla platea nel gioco medievale dell’oca, indossando i costumi gentilmente messi a disposizione dall’ITET Argoli di Tagliacozzo.
La tre giorni di celebrazioni prosegue mercoledì 22 agosto, in mattinata con un incontro istituzionale tra Tagliacozzo e Scurcola Marsicana, nel pomeriggio alle 18 presso le scuderie del Palazzo Ducale di Tagliacozzo con la presentazione del libro “Battaglia fatale” di Domenico Colasante. Si concluderà mercoledì 23 agosto alle 21:15 con il concerto sulla Nona di Beethoven all’anfiteatro romano di Alba Fucens, preceduto dal “cerimoniale della pace” organizzato dall’associazione Micalizio.