Tagliacozzo ha una sua “seconda roccia” nella cordigliera delle Ande

Impresa dei marsicani Benedetta Fasciani e Claudio Tancredi

Tagliacozzo -Tagliacozzo ha una sua “seconda roccia” nella remota cordigliera delle Ande. Il merito è di Benedetta Fasciani e Claudio Tancredi, che hanno pensato di dedicare una vetta senza nome al loro paese di origine.

Vista da Pico Tagliacozzo
Vista da Pico Tagliacozzo

I due marsicani facevano parte di una spedizione guidata dalla guida alpina Martin Torres, che avrebbe dovuto raggiungere il Cerro San Francisco (6016 mt). A causa delle avverse condizioni climatiche, però, “l’equipo” ha rinunciato all’impresa ed ha optato per un’esplorazione del Cerro Morocho (5065 metri di altezza), vetta meno elevata ma più complessa nell’avvicinamento e nell’ascesa.

Nel compiere questa salita i due marsicani hanno raggiunto una vetta senza nome a quota 5051 metri, e l’hanno battezzata “Pico Tagliacozzo”.  

Quindi ora Tagliacozzo può vantare una “seconda roccia” nella cordigliera delle Ande. L’ambiente è chiamato “Los Seismiles” per l’elevata concentrazione di vette di più 6000 metri; come Incauhasi (6638 metri), El Muerto (6486 metri) ,il Cerro San Francisco (6016 metri), Ojos del Salado (6891 metri), Nacimiento (6453 metri) e Walter Penck (6685 metri).

Attenendosi ai “riti andinisti”, Benedetta e Claudio per battezzare la vetta hanno provveduto alla costruzione di una “Pirca” simbolo Inca. La Guida Martin Torres provvederà all’ufficializzazione del nome.  I giovani alpinisti, o meglio “andinisti”, il giorno prima hanno raggiunto Cerro Las Peladas (4570 metri), prima ascesa italiana e terza in assoluto.

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