Avezzano – Sono numeri sempre più importanti quelli che presenta il flusso migratorio in ingresso nella Marsica, come complesse sono le realtà connesse. Di pari passo alle politiche sociali e d’integrazione attuate dalle amministrazioni, il lavoro essenziale delle forze dell’ordine per il contrasto all’illegalità, che da ieri può contare su nuovi uffici presso il commissariato di Avezzano, più ampi e più accoglienti, rinnovati anche nell’organizzazione, per rispondere meglio alle mutate esigenze dell’utenza.
A tagliare il nastro, nella mattinata di ieri, il sindaco Giovanni Di Pangrazio con il Procuratore della Repubblica di Avezzano Andrea Padalino e il questore dell’Aquila, Alfonso Terribile. Presenti alla cerimonia d’inaugurazione, con il dirigente del commissariato di P.S. di Avezzano, il Vice Questore Aggiunto dott. Paolo Gennaccaro, i vertici dei comandi locali dei Carabinieri e della Guardia di Finanza, il capitano Enrico Valeri e il capitano Antonino Marra; il capo di Gabinetto della Questura Primo Dirigente della Polizia di Stato, dott. Alessandro Gini; il presidente del Tribunale, il dott. Eugenio Forgillo; il sindaco di Luco dei Marsi, Domenico Palma; don Vincenzo e la sig.ra Lidia Di Pietro, responsabile del servizio Migrantes della diocesi di Avezzano. Concordi i rappresentanti istituzionali circa la necessità di continuare ad operare congiuntamente per fornire all’utenza assistenza e servizi migliori, favorendo al contempo l’attività di contrasto ai fenomeni d’illegalità e, agevolando il lavoro degli operatori e la comunicazione tra i diversi organi, rendendo il territorio più sicuro e accogliente per tutti.
“ Il rispetto per gli altri, che in questo caso spesso hanno come bagaglio una storia di povertà e di dolore, deve includere allo stesso tempo rispetto per quello che noi siamo, come Nazione, come tradizione, per la nostra Storia”, ha detto don Vincenzo, procedendo alla benedizione dei locali, “ il cardine fondamentale è il rispetto tra le varie identità. Invito tutti a ricordare la motivazione: spesso ci si dimentica del ‘perché’ e il ‘come’ diventa più scadente, facciamo male quanto dobbiamo, con stanchezza. Soprattutto voi, servitori dello Stato, non dimenticate la meta, la motivazione, che è un miglioramento del vivere sociale, come per me è lo sguardo che mi porta a pensare al ‘vero futuro’ oltre al futuro, quello che è oltre questa vita mortale. Cerchiamo di essere sempre vivi nel cuore, sorridenti, di affrontare le cose che si fanno con contentezza, distribuendo sorrisi: siate madri e padri sorridenti, sindaci e operatori delle forze dell’ordine sorridenti, per svolgere meglio i compiti quotidiani in armonia ed efficacemente”.
Riprendendo le parole del Questore, don Vincenzo ha concluso: “ Siamo cristiani e dobbiamo esserne fieri, esserlo sempre più fortemente, il che non significa non rispettare le fierezze degli altri. Le varie fierezze vanno a confliggere quando dall’altra parte c’è una debolezza, una insincerità, un vuoto. Essere più fortemente identitari non significa andare a scontrarsi con le varie identità, bensì crescere in pace nel rispetto reciproco”.