Torna in libertà il buttafuori albanese arrestato dai carabinieri per spaccio

E' tornato in libertà Angelo Xhaferai, albanese 45enne, molto conosciuto ad Avezzano e in tutta la Marsica, come buttafuori dei più noti locali della zona

Avezzano. E’ tornato in libertà Angelo Xhaferai, albanese 45enne, molto conosciuto ad Avezzano e in tutta la Marsica, come buttafuori dei più noti locali della zona.

Xhaferai è stato arrestato dai carabinieri delle compagnie di Avezzano e L’Aquila, agli ordini dei capitani Enrico Valeri e Francesco Nacca, durante un mirato servizio sul territorio a contrasto dello spaccio di sostanze stupefacenti. Il buttafuori è stato arrestato e messo ai domiciliari, sabato e questa mattina il giudice del tribunale di Avezzano, Anna Carla Mastelli lo ha ascoltato e rimesso in libertà, accordando la linea difensiva dei legali Antonio Pascale e Sonia Giallonardo.

arrestatIl 45enne sarà sottoposto al processo con rito abbreviato e l’udienza è stata fissata per il prossimo 20 giugno.

Xhaferai era già conosciuto dai militari in quanto aveva già avuto problemi con la giustizia per reati legati alla droga.

Sabato era stato notato alla guida di una mountain-bike nella zona industriale di Avezzano mentre si muoveva con fare sospetto su via Galileo Galilei.

Sottoposto a perquisizione personale è stato trovato in possesso di una dose singola di cocaina, così è stato controllato anche nella sua abitazione, dove è stata trovata una bilancia di precisione da laboratorio, materiale atto al confezionamento delle dosi, nonché un’ulteriore dose di cocaina, il tutto riposto in uno dei due bagni dell’abitazione, all’interno dell’armadietto del lavabo.

Nel salone da pranzo, all’interno della parete attrezzata per la tv, sono stati trovati ulteriori 6 grammi di marijuana e una somma contante complessiva di 11.900 euro, secondo i carabinieri, sicuro provento dell’attività di spaccio. Gli investigatori, infatti, hanno chiarito che il buttafuori “non dimostrava di svolgere alcuna attività lavorativa regolare, limitandosi a dichiarare che la liquidità in questione era legata alla compravendita di autovetture, senza però fornire in proposito alcuna documentazione che potesse attestare la provenienza lecita del danaro”.

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