Avezzano – Dovrà scontare tre anni in carcere per delle sentenze diventate definite e a cui non ci si può più appellare. I carabinieri di Avezzano hanno notificato un decreto di carcerazione, emesso nelle Marche, per Adrian Ivan Bogdan, romeno che vive ad Avezzano.
L’uomo, che è difeso dall’avvocato Antonio Pascale, fu arrestato a ottobre del 2014 per aver messo a segno, tra febbraio e la fine dell’estate dello stesso anno, vari furti, anche in luoghi sacri. Il primo furto lo aveva messo a segno il 10 febbraio nel convento delle suore di Sant’Onofrio. Si era arrampicato sul tetto dell’edificio e, dopo aver infranto il vetro del lucernaio si era introdotto nell’ufficio riuscendo a portarsi via settemila euro. A distanza di una settimana era tornato nello stesso ufficio per prendere un pc e un cellulare.
Il 29 marzo aveva messo a segno un furto nella sacrestia della chiesa del Santissimo Crocifisso, portandosi via un bottino di 600 euro che venivano dalle elemosine. Sul caso lavorarono i militari dell’Arma del Ris che riuscirono a rilevare un’impronta, che poi è risultata fondamentale per una svolta alle indagini. L’11 giugno fece un altro furto nella gelateria Arcobaleno di corso Mazzini ad Ascoli Piceno. Dopo aver forzato la porta d’ingresso aveva asportato 60 euro in contanti, un computer e un telefono cellulare.
Quello che venne soprannominato di lì a poco un emulatore di Arsenio Lupin nello stesso periodo fece anche un furto in un appartamento di viale Treviri, sempre ad Ascoli, portandosi via preziosi, cellulari, orologi e tablet. Un’altra mossa sbagliata per lui, che all’epoca portò la procura ad emettere una misura di detenzione in carcere, fu il fatto che utilizzò un cellulare rubato, mettendoci dentro una sua sim.