Abruzzo – Ammonta a trenta il numero dei cani da tartufo morti a seguito di avvelenamento tra l’Abruzzo e il Molise. Sabato mattina, nel bosco tra Ateleta e Cantalupo (Isernia) c’erano decine di cercatori con i loro cani. Mentre camminavano improvvisamente hanno iniziato a notare che i cani si comportavano in modo strano. Nel giro di pochi minuti ne sono morti sette e molti altri sono morti una volta tornati a casa per un bilancio totale di 30 cani.
Sul posto sono arrivati i carabinieri forestali che ora stanno cercando di ricostruire tutto l’accaduto e l’unità cinofila nucleo antiveleno di Frosolone (Isernia) che con l’ausilio di un pastore belga ha passato al setaccio tutta l’area per trovare le altre esche avvelenate. Alcuni cani sono stati subito trasferiti all’Istituto Zooprofilattico di Isernia in attesa dell’esame autoptico che dovrà far luce sul tipo di veleno utilizzato.
Il primo cittadino del Comune molisano di San Pietro Avellana, Simona De Caprio, dopo aver ricevuto una delegazione di cercatori di tartufo e aver appreso la gravità dell’accaduto ha emesso un’ordinanza di divieto di cerca e cavatura del tartufo per permettere alle forze dell’ordine di eseguire i rilievi del caso e al personale addetto di bonificare tutta la zona per evitare che possano esserci altre morti.
“Non si parli di guerra tra tartufai, questa è una vera e propria strage“, ha commentato Fabio Cerretano, presidente nazionale della Federazione nazionale associazioni tartufai italiani, “qui c’è un folle, un delinquente, che ha pensato di compiere questo gesto vergognoso per fare fuori decine di tartufai e restare da solo a cercare tartufi in quella zona. Quello che è accaduto è vergognoso.
Sette cani sono morti immediatamente, altri li hanno riportati a casa e sono morti poco dopo. Sono stati buttati nel bosco pezzi di prosciutto con dentro liquido velenoso e i cani che li hanno mangiati sono morti tutti. Non possiamo ogni tre quattro anni assistere a episodi come questo”, ha concluso Cerretano, “speriamo che chi ha compiuto questo gesto venga individuato e punito“.
Fonte: Federazione Nazionale Associazioni Tartufai Italiani