Abruzzo – Accadeva nel tardo pomeriggio del 23 Gennaio dello scorso anno lungo la SS 17, Juan Carrito, uno degli orsi bruni marsicani più noti e amati di sempre, veniva travolto e ucciso da un’automobile. La tragica fine di Juan Carrito, ancora oggi, a distanza di un anno, rimane nei cuori di tanti abruzzesi e di tanti amanti della natura, come uno degli eventi più dolorosi degli ultimi tempi assieme a quello legato alla morte di Amarena, la mamma di Juan Carrito.
Juan Carrito percorreva abitualmente quel tratto di strada che, purtroppo, non presentava protezioni estese a sufficienza per garantire all’orso di muoversi in sicurezza. Le polemiche, dopo la morte dell’orso, furono tante e spietate. Dalle nostre pagine abbiamo ricordato Juan Carrito in più circostanze, riconoscendo la sua innata passione per la libertà totale, il suo spirito impertinente e la sua tendenza ad avvicinarsi continuamente al mondo degli umani.
Non possiamo dimenticare le sue scorribande tra le strade dei centri abitati marsicani e non, i suoi furti di polli e di biscotti e i suoi giochi tra la neve e i cani, a pochi passi da persone che lo ammiravano a bocca aperta colpite dal potersi ritrovare letteralmente a pochi metri da una delle creature più preziose del mondo.
Un anno fa Juan Carrito è morto. Sette mesi più tardi anche sua madre Amarena è morta in maniera violenta. Due morti evitabili che, però, non siamo stati bravi ad evitare. Forse perché quello che facciamo non è ancora abbastanza.