Un ricordo di Franco Di Mare, “giornalista gentile” e stimatissimo inviato di guerra

L’ultima apparizione televisiva di Franco Di Mare risale a una ventina di giorni prima della sua morte, avvenuta ieri pomeriggio. È stato ospite di Fabio Fazio a “Che tempo che fa” sul Nove. Di Mare era stato invitato a parlare del suo ultimo libro, “Le parole per dirlo. La guerra fuori e dentro di noi” edito da SEM (Società Editrice Milanese) e uscito il 30 Aprile scorso.

Scrivo questo libro per parlare di due malattie: quella della guerra fuori da noi, e quella della guerra dentro di noi, che ci colpisce anche lontano dalle barricate” spiega lo stesso Di Mare introducendo il suo libro “Ho vissuto una vita piena di esperienze, ho visto cose straordinarie e attraversato la Storia mentre questa scriveva le sue pagine. Sono circondato dall’amore delle persone che amo e sono ancora qui, a differenza di tanti colleghi che non ce l’hanno fatta“.

E conclude: “Dunque, non avanzo recriminazioni. Certo, mi piacerebbe avere un po’ di tempo in più. Ma non ho perso la speranza nella ricerca. Questo libro è allora rivolto a chi sta male, perché non perda il coraggio, ma è anche e soprattutto rivolto a chi odia la guerra come strumento di risoluzione delle controversie e a chi crede nella forza salvifica della scienza e dell’amore“.

La morte di Franco Di Mare era un momento che tutti sapevamo dovesse avvenire a breve. Lo ha fatto intendere anche lui mentre parlava con Fazio, eppure quando è arrivata, ieri, ha colpito e addolorato tutti: i colleghi, gli amici, il mondo dell’informazione e della comunicazione, gli studiosi, i politici, ma, soprattutto, le persone comuni che per anni hanno seguito i suoi reportage di guerra e i suoi servizi per i TG della Rai.

Il nome di Franco Di Mare risuona oggi con profonda tristezza e gratitudine nel mondo del giornalismo italiano. La sua voce, il suo sguardo attento e la sua passione per la verità hanno lasciato un’impronta profondissima nella memoria collettiva del nostro Paese. La sua voce pacata ci ha guidato attraverso alcuni dei momenti più dolorosi e complicati degli ultimi decenni.

La notizia della sua scomparsa, a soli 68 anni per colpa di un mesotelioma, forma di tumore incurabile, ha scosso in maniera pesante il mondo del giornalismo e non solo. Le parole di cordoglio e di affetto sono giunte da ogni angolo del paese. La migliore testimonianza del suo talento, della sua essenza e del suo modo di porsi è quella dei suoi colleghi, che lo ricordano come un mentore, un amico e un maestro.

Le redazioni sono state colmate di aneddoti sulla vita di Franco Di Mare: il suo debole per il caffè, la sua risata contagiosa, la sua gentilezza verso chiunque avesse bisogno di aiuto. Tutti ricordiamo che Di Mare ha adottato una bambina, Stella, salvandola da un orfanotrofio di Sarajevo. L’aveva incontrata, piccolina, nel 1992 durante una missione come corrispondente della guerra che, all’epoca, coinvolgeva i territori della Bosnia-Erzegovina.

Tutti possiamo onorare la memoria di Franco Di Mare cercando di rispettare il suo lavoro, un’eredità di testimonianze giornalistiche che sono diventate Storia. Era un uomo illuminato, Di Mare, che continuerà a vivere attraverso tutte le notizie e le informazioni che, nel corso della sua esistenza, ha cercato di mettere a disposizione di tutti con passione, zelo e grande professionalità.

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