Luco dei Marsi – Un augurio a tutti per un buon primo giorno d’autunno dalla scrittrice marsicana Maria Assunta Oddi affinché un consapevole rapporto con la natura possa ristabilire l’equilibrio tra ragione e cuore nella costruzione di un mondo migliore.
“Equinozio d’Autunno una pausa dal frastuono odierno per fare silenzio dentro di noi. Trasportati dal vento del populismo nelle elezioni regionali, dalla scelta epocale del “SI” del Referendum, dai pronostici tra alleanze e sondaggi dei risultati elettorali nella cittadina di Avezzano, dalla ripresa in presenza e in sicurezza delle lezioni scolastiche, dall’attesa di un vaccino che metta fine alla pandemia non è facile accorgersi dell’arrivo del primo giorno d’Autunno” ci confida la scrittrice.
“Eppure la natura ci invita al di là delle priorità da affrontare, delle sfide da cogliere, alcune storiche altre inedite, a sostare in silenzio per riprendere fiato e trovare, nel nostro io più profondo, le ragioni profonde dell’essere. Nel rumore mediatico dei falsi bisogni è facile perdere la capacità di ascoltare il fruscio di una foglia caduta dal ramo, lasciarsi illuminare dalla chiarezza insospettabile del cielo di settembre, fiutare l’umidità della sera. Saper cogliere la poesia intorno a noi riconcilia con il mondo. Nei mesi di quarantena il desiderio di fuggire nei campi solo per immergersi nel verde ha testimoniato il bisogno insopprimibile di vivere in sintonia con l’ambiente naturale. Le limitazioni del Covid hanno fatto delle bellezze paesaggistiche consolazione dell’animo. Non sarà un anno difficile e incerto se riscopriremo il valore insito alla natura” continua Oddi.
“Auguro a tutti un buon primo giorno d’Autunno con una poesia che invita ad uscire per passeggiare nella campagna fucentina tra i pioppi dei canali a riprendere fiato, per tornare al travaglio quotidiano, con un pensiero nuovo di speranza” prosegue la scrittrice.
Le foglie d’autunno.
Anime celesti inerti ed umili
Respirano ancora in nuvole di rami
La nebbia giallognola
Inumidita di rugiada.
La luna velata come donna fatale
Dall’alto soffia l’algida trasparenza
Sull’effimero che a sprazzi ora areggia
Fresco fremito nel chiarore d’oro
Della spuma di stelle sui pioppi
Che già accarezza le ciglia socchiuse
Dei fiori tra i fossi.