Marsica – Riceviamo e pubblichiamo la lettera di Elisabetta Gallotti, 55enne residente a Lecce dei Marsi che, da circa due anni, combatte contro un tumore maligno. La donna, già in passato, proprio attraverso il nostro giornale, aveva lamentato dei disservizi.

“Continua – scrive – la mia lotta contro le istituzioni. Dopo la disavventura del servizio ADI, mi ritrovo senza assistenza domiciliare e costretta a fare prelievi frequenti per la validazione della chemioterapia che mi somministrano all’ospedale Umberto I di Roma. Purtroppo, il CUP di Pescina non prevede uno sportello cortesia che sia rivolto non solo ai pazienti oncologici, ma anche alle donne incinte e ai bambini, costretti a fare lunghe code per regolarizzare l’impegnativa. Ogni volta rischio lo svenimento in quanto a digiuno soffo di ipoglicemia. Una mattina ho chiamato i carabinieri, ma questi non hanno potuto che confermare il fatto che a Pescina non è previsto uno sportello cortesia. Tra l’ altro, per fare il prelievo si necessita di appuntamento e dunque sono costretta a fare tre viaggi: uno per l’appuntamento, il secondo per il prelievo e il terzo per le risposte. 

Chiedo che le istituzioni prendano atto di questo grave disservizio non solo per me stessa, ma anche per tutti coloro che hanno bisogno. Oltre al calvario che si sta affrontando, ci ritroviamo anche tutti questi ostacoli. Uno schiaffo a chi è più debole. Ricordo, altresì, che invalidi si nasce, ma si può anche diventare nel corso della vita a causa di un incidente o una malattia. Molte persone che vivono questi drammi non hanno il coraggio di denunciare. Io farò di tutto affinché venga ascoltata la mia voce e venga fatto il giusto sia per me sia per gli altri. Quando si parla di malasanità sembra sempre che le persone che si arrabbiano contro gli operatori abbiano torto, in realtà non è così”.

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