Avezzano – La campagna elettorale per la conquista del governo della città di Avezzano era partita un po’ in sordina ma poi ha avuto una repentina accelerazione nei toni. È bastato passare dalle dichiarazioni, più o meno legittime sul tema dell’immigrazione, alle vie di fatto.
Alcune sere fa, militanti leghisti si erano schierati con braccia conserte e mandibole serrate, davanti a uno stabile nella frazione di Paterno, luogo individuato per accogliere 25 emigranti arrivati nella Marsica questa notte. «Siamo pronti a dare battaglia.» queste le parole usate dal candidato sindaco della Lega, Tiziano Genovesi, spalleggiato nella circostanza dal Consigliere Regionale Simone Angelosante.
Genovesi, alla testa dei suoi uomini, aveva detto che si sarebbe opposto con tutte le sue forze, pur di far recedere lo Stato dalla decisione di sistemare 25 immigrati nella struttura, tuttavia fino a ieri, in questura nessuno sapeva nulla dell’imminente arrivo degli extracomunitari.
L’episodio ha suscitato uno tzunami di polemiche e commenti che hanno inondato i social. Nel frattempo, all’azione dimostrativa della Lega, si erano affiancate le dichiarazioni di altri due candidati sindaci, Del Boccio e Di Pangrazio, più pacate nei modi, ma altrettanto ferme nel lamentare la presunta invasione di campo da parte dello Stato.
Condanna senza se e senza ma, per la strumentalizzazione a fini elettorali della vicenda, da parte degli altri schieramenti in corsa per le amministrative. Al di là dell’utilizzo, strumentale o meno, di un tema gigantesco come quello dell’immigrazione, Genovesi ha spesso ripetuto che avere un sindaco leghista alla guida della città sarebbe stata la migliore scelta per i cittadini.
A suo dire, un sindaco leghista, chiudendo la cosiddetta filiera istituzionale nell’ambito del centrodestra, avrebbe potuto godere di un contesto favorevole, sia in provincia che in regione, istituzioni governate appunto dal centrodestra che, secondo lui, a breve, sarà guida del Paese. Il punto è verificare che queste filiere funzionino come sperato.
Una relazione del Ministero degli Interni, dell’estate 2018, evidenziò quanto fosse stato importante per le attività di accoglienza il 2017. Un anno in cui per la prima volta, dopo anni di flussi in costante aumento, gli arrivi si attestarono a 119.369 persone, a fronte dei 181.436 dell’anno precedente, una diminuzione del 34%. Questo riportò l’allora Ministro Salvini, nella sua relazione.
Nella stessa relazione furono elencati tutti i soggetti, (società, ONLUS, cooperative) che avrebbero gestito i Centri di Accoglienza Speciale, i cosìddetti CAS, fra questi, anche quelli della provincia dell’Aquila.
Nel documento si può leggere che le società che gestiscono le strutture di Canistro e Civita D’Antino, rispettivamente, Eureka e Antinium, sono accreditate rispettivamente per 55 e 40 posti. A queste si aggiungono i 42 posti dell’associazione no profit, Rindertimi di Avezzano, gli 8 posti di un privato di Capistrello, e i 41 della Società Cooperativa Arcobaleno, con sede legale a Rionero Sannitico, che dovrebbe farsi carico dei 25 migranti nella Marsica.
In questo caso la filiera evocata da Genovesi non avrebbe funzionato, visto che, né lui, né Angelosante, né nessun altro della Lega, in Marsica, parevano essere a conoscenza della relazione dell’ex Ministro Salvini, che sembrerebbe dimostrare, che quanto sta accadendo, rientra in una programmazione avallata dalla stessa Lega quando era al governo.
È importante non confondere le strutture di accoglienza con le società che le gestiscono, nel senso che una società accreditata per un certo numero di migranti, potrebbe distribuire quest’ultimi su più strutture di accoglienza.
Restando sul tema, è di ieri mattina una lettera inviata dal Commissario Straordinario Passerotti al Prefetto. Nella lettera, riferendosi ai 25 migranti destinati alla struttura di via Monte Cervaro, 6 a Paterno, il Commissario evidenzia che lo stabile non sarebbe adeguato alla ricettività. Inoltre viene spiegato che la struttura verserebbe in uno stato di deterioramento e di degrado tali, da non consentirne l’utilizzo immediato.
Il Commissario specifica che l’Ufficio Urbanistica del comune, aveva ribadito alla società proprietaria dell’immobile, che non sarebbero state ammesse destinazioni connesse alla residenza e nemmeno all’alloggio momentaneo.
Passerotti scrive che nel maggio 2018, i proprietari dello stabile, chiesero la variazione di destinazione urbanistica chiedendo l’uso camera, per alcuni ambienti, ma l’Ufficio Tecnico non la concesse diffidandoli dall’utilizzare lo stabile per qualsiasi tipo di attività ricettiva.
Sempre nella mattinata di ieri, Passerotti aveva convocato un tavolo con i dirigenti comunali e i tecnici della Asl per una verifica dello stato dell’immobile, e dei servizi igienico sanitari, in relazione agli standard richiamati dalla normativa, sulla capienza e i limiti previsti per l’accoglienza.
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