In questa poesia la scrittrice dei Marsi Maria Assunta Oddi fa della parola lirica speranza di salvezza nel desiderio di pace. Una supplica alla parte più gentile dell’animo umano affinché dopo tanto dolore la Pasqua sia per tutti promessa di redenzione.
Dove c’è guerra.
Dove c’è guerra città
borghi e paesi hanno
il cuore mortale delle
baracche senza anima.
Nell’immensa maestà
del loro dolore le madri
son madonne dalle lacrime
eterne versate silenziose
sull’assurdo mistero della
dolce figliolanza violata.
Nell’uragano oscuro
delle bombe cieche d’odio
l’aria crudelmente azzurra
si fa calvario di giovani germogli.
Sul bianco piumaggio d’accesa
polvere sacro di porpora stende
il prato un piccolo telo ricamato
di fiori a far da culla ai bimbi.
Dov’è il brivido fraterno
di compassione!
È forse l’uomo demone senza pietà!
Oh solo il volo audace
di aquila dall’occhio inquieto
posa l’artiglio terribile di predatore
sulla roccia e par che
dal suo sguardo sia svanita
la divina scintilla.
Ma i poeti sanno che quando
i frantumi d’umanità torneranno
a unirsi nei lacci dell’amore
l’amara illusione si farà
Pasqua di redenzione.
E finalmente dove c’è guerra
per mare e per terra
tornerà la pace sotto il sole
sbocciato come corolle
di gialle primule.