Il buon esempio dell’Oasi Gole del Sagittario. Tante le iniziative ma il tempo stringe
Nella serata di ieri, giovedì 22 agosto, una femmina adulta di orso marsicano è stata investita lungo la SS652, a poca distanza dal centro abitato di Rionero Sannitico (IS), al di fuori dei confini del Parco Nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise e della sua ZPE. L’orsa è stata rinvenuta agonizzante e con gli arti posteriori paralizzati da alcuni automobilisti sul bordo dell’adiacente SS17. Purtroppo l’animale è deceduto dopo poco, e a nulla è servito l’arrivo dei biologi e veterinari dell’Ente Parco e dei Carabinieri forestali, che hanno solo potuto constatare il decesso dell’animale e ricostruire sommariamente le dinamiche dell’incidente.
Ogni decesso per cause antropiche di un individuo rappresenta un tragico evento per la conservazione dell’esigua popolazione di orso bruno marsicano, che conta ormai poco più di 50 individui. In questo caso l’evento appare ancora più drammatico, in quanto si tratta di una femmina adulta in età riproduttiva, in un’area di espansione potenziale della specie, dove le femmine di orso arrivano purtroppo sempre più raramente.
Il WWF da una parte invita dunque ancora una volta gli automobilisti a limitare la velocità in aree di frequente passaggio di fauna selvatica, per tutelare l’incolumità di quest’ultima e la propria, e dall’altra sottolinea come oggi esista l’obbligo per legge di fermarsi e porre in atto ogni misura idonea ad assicurare un tempestivo intervento di soccorso per gli animali investiti. L’incidente, ribadisce inoltre il WWF, mostra ancor più la necessità di adottare al più presto serie azioni per mitigare l’impatto della mortalità stradale, e accidentale in generale, a carico dell’orso. Non possiamo più permetterci di perdere altri orsi a causa di negligenza e non curanza da parte di enti e istituzioni.
“Mitigare la mortalità causata dagli investimenti stradali – afferma il delegato del WWF Abruzzo Filomena Ricci – è possibile: nell’Oasi WWF Gole del Sagittario da anni si sperimentano tecniche volte alla riduzione del rischio da impatto, attraverso studi di road ecology e l’istallazione di dissuasori ottici e acustici anti-attraversamento sempre più complessi. L’Oasi, che è anche una Riserva Regionale, ha deciso di utilizzare parte dei fondi che la Regione Abruzzo ha destinato alle proprie aree protette tramite il canale di finanziamento dei POR-FESR, per la messa in sicurezza di alcuni tratti di strada attraverso un sistema chiamato Animal reflector, dissuasori luminosi che riflettono la luce in tutte le direzioni creando una vera e propria barriera ottica che scoraggia gli animali ad attraversare, oltre a catarifrangenti acustici. L’emissione sonora viene attivata dai fanali delle auto ed è udibile in un raggio di 50-100 m per una durata approssimativa di circa 1,5 secondi. Questo segnale acustico viene chiaramente recepito dai selvatici e li induce a non attraversare la carreggiata durante l’avvicinamento del veicolo. Iniziative che si potrebbe e dovrebbe replicare, con una spesa non impossibile, in tutto l’areale dell’orso marsicano”.
Interventi per la messa in sicurezza delle strade sono stati del resto realizzati anche in altre aree protette abruzzesi, mentre anche nel Parco si stanno avviando azioni in tal senso, grazie a uno specifico progetto LIFE, Safe Crossing, che ha l’obiettivo di sperimentare tecnologie innovative per la riduzione del rischio, basate sulla segnalazione del pericolo agli automobilisti nei momenti di presenza di fauna a bordo strada.
Per la conservazione dell’orso si sta dunque agendo ma è fondamentale fare di più e allargare l’attenzione anche oltre il perimetro delle aree protette. Mitigare le cause di mortalità al fine di permettere alla popolazione di aumentare numericamente e di espandersi al di fuori del suo areale relitto. Per questo è necessario intervenire su tutto l’areale potenziale ed è indispensabile farlo con grande urgenza.
Per la conservazione dell’orso si sta dunque agendo ma è fondamentale fare di più e allargare l’attenzione anche oltre il perimetro delle aree protette. Mitigare le cause di mortalità al fine di permettere alla popolazione di aumentare numericamente e di espandersi al di fuori del suo areale relitto. Per questo è necessario intervenire su tutto l’areale potenziale ed è indispensabile farlo con grande urgenza.
Bisogna che le istituzioni e gli organi preposti alla gestione delle infrastrutture lineari si dotino al più presto di adeguati studi per valutare gli interventi da eseguire per la messa in sicurezza delle strade e quindi di piani di azione e linee di finanziamento per reperire le risorse necessarie, anche attraverso la predisposizione di misure dedicate nell’ambito di canali europei, come ad esempio, PSR e POR-FESR.