Avezzano – Se ne va sbattendo la porta Alessandro Barbonetti, tra i più attivi sostenitori di De Angelis e tra i maggiori artefici della sua vittoria elettorale, da qualche mese in forza alla segreteria del sindaco. Barbonetti, ex consigliere nelle amministrazioni Floris e Di Pangrazio, marito della consigliera Maria Antonietta Dominici, ha mal digerito la scelta del sindaco De Angelis che, ignorando l’avviso del gruppo “Avezzano Rinasce”, che aveva indicato proprio la Dominici quale referente per un assessorato, ha tirato dritto chiamando in Giunta Chiara Colucci, dello stesso gruppo, che aveva però incassato circa 150 voti in meno della collega di cordata.
Il sindaco De Angelis così facendo ha sbarrato il passo anche all’ingresso tra i consiglieri di Pierluigi Di Stefano, primo dei non eletti, cui sarebbe toccato di diritto, qualora fosse stata rispettata l’indicazione del Gruppo, l’ingresso in Consiglio comunale. Fuori anche Antonio Di Fabio, consigliere eletto nelle fila dell’UDC, che ieri ha rassegnato le dimissioni, ufficialmente per “motivi personali”; entra in Consiglio al suo posto Marco Di Natale, mentre Leonardo Rosa, segretario cittadino del Partito, andrà ad occupare in Consiglio il posto di Rocco Di Micco, nominato assessore.
Dopo la clamorosa uscita di scena di Emilio Cipollone, da anni primo sostenitore del sindaco De Angelis, messo alla porta per fare spazio a Lino Cipolloni, UDC, nel ruolo di vicesindaco, dissenso sulla conduzione della “nuova fase” è stato espresso anche dal consigliere di FI Vincenzo Ridolfi. Venti di guerra nell’ormai ex coalizione civica targata De Angelis, con i consiglieri civici che, dopo aver sottoscritto un patto politico, con il quale si sono presentati alla città e sono stati eletti, “si sono svegliati”, si fa per dire, di punto in bianco collocati a destra, con un peso delle componenti partitiche ben definito: “i padroni di casa” sono cambiati, ma loro non se ne erano accorti. Alessandro Pierleoni, eletto nella lista Avezzano Insieme, oggi anche alle prese con la patata bollente del Cam in veste di presidente del Consiglio di sorveglianza, ha annunciato una fase di riflessione sull’attualità del mandato ricevuto dagli elettori, e ha sottolineato “le differenze con un modo sbagliato di fare politica” che aveva ravvisato nel progetto della coalizione di De Angelis e che lo avevano convinto, al tempo, della validità dell’impegno politico che andava assumendosi. “Segnali dallo spazio profondo”, insomma, quello collocato tra un prima e un dopo: l’aver sostenuto un progetto e una coalizione oggi dissolti nelle decisioni assunte dal sindaco De Angelis, che, dopo aver ottenuto da Forza Italia la rinuncia al simbolo, per assumere le sembianze del civico, si iscrive al partito di Berlusconi e si fa largo per altri suoi progetti, come ha anticipato durante la conferenza stampa di presentazione della nuova Giunta; scelte assunte in solitaria dal ponte di comando – inteso che poca voce in capitolo ha lasciato a diverse componenti della squadra che lo ha portato a Palazzo di Città – e che oggi pongono quelle stesse componenti di fronte a interrogativi cruciali, e alla necessità di una verifica senza riserve, e di fronte, soprattutto, ai cittadini che li hanno votati, che qualche domanda se la pongono.