Avezzano – Quando si parla di bambini e disabilità l’argomento è sempre molto delicato. Nel periodo estivo, in particolare, dopo la chiusura delle scuole per molti genitori si pone il non facile problema di trovare attività estive adatte ai loro bambini con disabilità.
Ad Avezzano il centro estivo del Comune è in grado di accogliere settanta bambini e non più di tre con disabilità. Una volta raggiunto il numero massimo di tre il servizio offerto dal Comune non è, purtroppo, garantito per le altre famiglie che, anche nel periodo estivo, ne hanno bisogno. Questo è quanto riportato alla nostra redazione da un genitore che si è visto “respingere” al richiesta d’iscrizione.
E’ proprio di oggi la protesta di questa giovane mamma che volendo iscrivere suo figlio, di sei anni, al centro estivo comunale si è vista negare la sua ammissione per il superamento del numero massimo di bambini con disabilità.
“Il 12 giugno sono andata davanti agli uffici comunali per iscrivere mio figlio al centro estivo comunale”, ha raccontato la mamma, “erano le 7.30 e c’era già una decina di persone (gli uffici aprono alle 8.30) perché i posti disponibili, purtroppo, erano solo 70. Almeno io sono arrivata in tempo!” pensavo…ho invece scoperto successivamente che c’erano delle mamme che, costrette per motivi di lavoro ad ottenere il posto per i loro figli, si erano presentate davanti agli uffici alle 5 di mattina. Quando è arrivato il mio turno, mi sono sentita dire dall’impiegata che ero arrivata tardi perché le insegnanti di sostegno disponibili sono solo tre. Sono rimasta sbalordita, mi veniva da piangere. È come se mi avessero detto che c’era posto per tre disabili e sessantasette di razza ariana. Cos’è questa? Una sorta di selezione della specie? Così facendo, si mettono in difficoltà intere famiglie, un centro estivo privato non sarebbe un’alternativa: si dovrebbe pagare lo stipendio ad un’assistente. Secondo me stanno violando il diritto di un bambino uguale a tutti gli altri bambini. Non dovrebbe succedere”.
Ed ancora: “mi hanno detto che, visto che la mia domanda è quarta in graduatoria, forse potrebbero chiamarmi a Luglio o ad Agosto se qualche bambino rinuncerà al posto. Intanto mio figlio, che ha una disabilità moderata, sarà costretto a rimanere a casa e non avrà, quest’estate, la possibilità di trascorrere del tempo insieme ad altri bambini e, soprattutto, in un ambiente dove si possono vivere esperienze ed avere nuovi stimoli attraverso il gioco, la socializzazione e il divertimento. E’ una cosa che non capisco…si è sempre molto attenti all’integrazione e all’inclusione nella scuola, così come ad eliminare le barriere architettoniche, e poi, durante il periodo estivo, la possibilità di usufruire di un servizio comunale è riservato solo ad un numero così esiguo di bambini disabili. Sento che mio figlio è discriminato e sono sicura che ci siano altre famiglie nella mia stessa situazione. Per questo ho voluto parlare sperando che per il futuro si potrà agire diversamente.”