Vietato dar da mangiare ai gatti. E il caso diventa internazionale

Con la recente ordinanza n. 13 del 17 settembre il sindaco di Cocullo Sandro Chiocchio informa che “E’ fatto divieto di somministrare alimenti di qualsiasi genere ai gatti randagi” in alcune vie del centro storico e zone limitrofe prive di siti verdi nelle vicinanze, con l’obbligo inoltre di provvedere alla raccolta dei contenitori utilizzati al di fuori di questa fascia, pena una multa da 25 a 250 euro.

La soluzione è stata resa necessaria dalle “continue segnalazioni e rimostranze di cittadini e turisti“, nonché da “seri problemi di carattere igienico-sanitari” dovuti ai resti del cibo e ai “bisogni fisiologici” dei felini: a nulla sono valsi infatti, si legge ancora nell’ordinanza, altri provvedimenti adottati finora come l’intensificazione del servizio di pulizia e “il posizionamento di lettiere per gatti, ancorché antiestetiche e anacronistiche“. Gli animali sarebbero inoltre in progressivo aumento, tanto da far parlare di una “presenza massiccia“.

La notizia ha sollevato l’attenzione nazionale e internazionale per i commenti che sono seguiti da parte delle associazioni animaliste. Walter Caporale, presidente di Animalisti Italiani Onlus, in una nota riportata dall’Ansa, parla di “ordinanza illegale” e sostiene che costringere al digiuno i randagi “è illegittimo se non crudele”. Ricordando poi che le colonie feline sono tutelate dalla legge 281 del 1991 e che il randagismo si previene con la sterilizzazione, invita il sindaco a richiedere un parere della Asl. “Sono stati presi accordi con le persone che nutrono abitualmente gli animali”, replica Chiocchio, “l’obbligo vige solo nelle zone indicate per necessità di decoro urbano, per il bene della collettività e dei gatti stessi”.

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